“La Terra sarà colpita da un grande asteroide ma non sappiamo quando”: come affrontare la minaccia?

Impatti catastrofici di asteroidi come quello che ha annientato i dinosauri non sono confinati al passato, secondo gli esperti, e noi dobbiamo essere preparati
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Bill Nye, CEO dell’organizzazione non profit Planetary Society, ha avvisato che impatti catastrofici di asteroidi come quello che ha annientato i dinosauri 66 milioni di anni fa non sono confinati al passato. “La Terra sarà colpita da un altro grande asteroide, il problema è che non sappiamo quando. La probabilità che sia durante la vita di qualcuno di noi è bassissima, ma è un vento dalle grandi conseguenze. Se succedesse, sarebbe come control-alt-cancel per ogni cosa”, ha dichiarato alla 2019 Planetary Defense Conference dell’International Academy of Astronautics.

A differenza dei dinosauri, però, noi non dobbiamo solo sederci e attendere il nostro destino. Possiamo fare qualcosa riguardo la minaccia degli asteroidi e dovremmo iniziare a prepararci per questo, ha sottolineato Nye.

Il primo passo è trovare le rocce spaziali pericolose e su questo fronte ci sono buone notizie: gli scienziati della NASA ritengono di aver già scoperto oltre il 90% dei potenziali “sterminatori” della civiltà terrestre: gli asteroidi near-Earth ampi almeno 1km e nessuno di questi rappresenta una minaccia per il prossimo futuro. Ma ci sono molti asteroidi che non sono stati ancora scoperti che sfrecciano nello spazio vicino alla Terra e che potrebbero creare gravi danni a scala locale, distruggendo per esempio un’area grande quanto uno stato. Quindi, sarebbe utile avere migliori strumenti di rilevamento, ha sottolineato Nye.

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E questo aiuto sta per arrivare. Per esempio, il Large Synoptic Survey Telescope, un grande strumento che dovrebbe iniziare ad osservare il cielo il prossimo anno dal Cile, probabilmente sarà in grado di scoprire e catalogare l’80-90% degli asteroidi potenzialmente pericolosi ampi almeno 140 metri. E la NASA sta considerando il lancio di un “cacciatore di asteroidi” chiamato Near-Earth Object Camera. Questa missione scansionerebbe le rocce spaziali alla luce infrarossa, individuando le loro tracce termiche nell’oscurità.

Dopo il rilevamento, la coordinazione è il passo successivo, ha spiegato Nye, perché un grande asteroide che si dirige verso la Terra sarebbe un problema globale, quindi la comunità internazionale dovrebbe cooperare per fronteggiarlo. E le opzioni a disposizione sono diverse. Con il giusto tempo di preavviso (anni o preferibilmente decenni), potremmo lanciare una sonda che viaggi insieme all’asteroide, portandolo gradualmente fuori rotta sfruttando la spinta gravitazionale.

Se avessimo invece i minuti contati, potremmo far entrare in collisione uno o più veicoli con l’asteroide, portandolo su una traiettoria innocua oppure potremmo far esplodere un’arma nucleare vicino alla roccia spaziale, disintegrando gran parte della sua superficie. La conseguente perdita di massa e il flusso di materiale in uscita dall’asteroide cambierebbero la sua rotta, spiegano gli esperti. Nye ha anche menzionato anche la strategia delle “Api-Laser”, che prevede l’invio di uno sciame di piccoli veicoli verso l’asteroide. Ogni sonda concentrerebbe un raggio laser sullo stesso punto della roccia spaziale, disintegrando il materiale e causando l’espulsione di un getto. Questo getto sarebbe come una specie di motore che spinge l’asteroide su una rotta differente.

Sono moltissime le cose che possiamo imparare dagli asteroidi, vere e proprie capsule del tempo dalla nascita del sistema solare, e dai loro benefici per l’esplorazione. Ma Jim Green, scienziato della NASA, è d’accordo con Nye: ci saranno impatti catastrofici in futuro se non faremo qualcosa per fermarli. “Non è una questione di “se”; è solo una questione di “quando”, le parole di Green.

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