I manifestanti di Hong Kong hanno sciolto questa mattina il sit-in davanti al quartier generale della polizia ed alcune strade sono state riaperte al traffico. Lo riferisce il “Japan Times”, aggiungendo che la polizia ha rimosso al mattino presto le barricate e sollecitato i manifestanti a rientrare a casa. Secondo i media locali, solo alcune centinaia di manifestanti sono rimasti sul posto. In una dichiarazione rilasciata oggi, la polizia ha affermato che gli atti dei manifestanti hanno “seriamente compromesso” il loro lavoro, compresa la fornitura di servizi di emergenza al pubblico. “La polizia ha mostrato la piu’ grande tolleranza nei confronti dei manifestanti, ma i loro mezzi per esprimere opinioni sono diventati illegali, irrazionali e irragionevoli”, hanno detto le forze dell’ordine, promettendo di perseguire i responsabili dei disordini.
La classe dirigente politica e affaristica di Hong Kong sta tentando di chiudere la parentesi delle proteste di massa che hanno paralizzato la citta’ nelle ultime settimane, in risposta al tentativo di approvazione di un controverso emendamento sulle estradizioni verso la Cina continentale. Il Consiglio legislativo dell’ex colonia britannica si e’ riunito per la prima volta dalla manifestazione che il 12 giugno scorso ha impedito la discussione del disegno di legge. I deputati dell’opposizione hanno sollecitato il segretario alla Sicurezza, John Lee, a fornire risposte in merito al massiccio utilizzo di proiettili in gomma e gas lacrimogeni per arginare le proteste, ed hanno chiesto le dimissioni del funzionario. Nelle manifestazioni, che domenica scorsa hanno portato a sfilare quasi due milioni di persone, sono rimasti feriti almeno 80 manifestanti e agenti di polizia.