Per prevenire la diffusione dell’influenza, in Russia vengono chiuse le scuole: in considerazione di ciò, studiosi di cinque università e centri di ricerca internazionali, tra cui la Fondazione Bruno Kessler di Trento, hanno condotto uno studio scoprendo che quando le scuole sono chiuse il numero dei contatti si riduce del 41%. Di conseguenza – attraverso simulazioni al computer – gli autori hanno stimato che se non fossero state attuate queste politiche di chiusura scolastica, i casi di influenza sarebbero aumentati del 33% *.
“Quello che avviene a Tomsk è un caso di studio straordinario nel vero senso della parola, – spiega Marco Ajelli, ricercatore dell’unità DPCS della FBK – sono infatti rarissimi i luoghi al mondo dove si applicano delle politiche di chiusura delle scuole per prevenire la diffusione dei virus influenzali.” Attraverso un sistema di controllo e segnalazione, gli insegnanti delle scuole avviano un processo che permette di decidere sulla chiusura o meno delle singole classi o degli interi istituti: “Innanzitutto – continua l’autore del paper pubblicato sulla rivista scientifica statunitense PNAS – a chi manifesta anche solo i sintomi non è permesso l’accesso nell’area scolastica. Poi, quando più di studente è assente da scuola durante la stagione influenzale, l’insegnante verifica con i rispettivi genitori se la mancanza è collegata all’epidemia. Se la percentuale che ricade in questi casi supera il 20% ne consegue la chiusura della singola classe o della scuola intera.”
*durante la stagione influenzale analizzata (2015/2016)
Istituti partecipanti alla ricerca:
- Laboratory for the Modeling of Biological and Socio-technical Systems, Northeastern University, Boston, USA
- ISI Foundation, Turin, Italy
- CompleX Lab & Big Data Research Center, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu, Sichuan, China
- Division of General Medical Practice, Siberian State Medical University, Tomsk, Russia
- Fondazione Bruno Kessler, Trento, Italy