Medicina, nuove scoperte sull’Autofagia per contrastare le malattie del fegato

Medicina, l'intervento di Tamotsu Yoshimori in chiusura al Congresso mondiale di Dermatologia
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Il 24th World Congress of Dermatology (Wcd2019) ha concluso la settimana di lavori con l’intervento di Tamotsu Yoshimori, professore dell’Università di Osaka che negli ultimi 22 anni ha dedicato i suoi studi alla comprensione dei meccanismi e della rilevanza fisiologica dell’autofagia nei mammiferi. “Abbiamo dimostrato che una dieta ricca di grassi aumenta la quantità del Rubicon, un regolatore negativo dell’autofagia che noi abbiamo identificato”, ha detto Yoshimori nel suo intervento. “L’inibizione del gene ha migliorato notevolmente le malattie non alcoliche del fegato (Nafld, Non-Alcoholic Fatty Liver Disease) negli esperimenti fatti in laboratorio con i topi”. Nel 2009 il team dell’Università di Osaka ha identificato il Rubicon come una proteina che sopprime l’autofagia controllando ogni passaggio specifico in questo processo. “Noi abbiamo portato nuove scoperte nella biogenesi dell’autofagosoma che sono state oggetto di un lungo dibattito. Abbiamo anche visto che la manifestazione del Rubicon aumenta negli animali in età avanzata provocando così la soppressione dell’autofagia dipendente dall’età”, ha spiegato Yoshimori che poi, pensando a un eventuale futuro in Italia, ha confidato: “Lavorare qui? Sì, se ci fossero i fondi adatti alla Ricerca (ride, ndr), mi è sempre piaciuto il vostro Paese soprattutto per il cibo. A parte le battute, trovare i fondi per la scienza è un problema che riguarda in molti casi anche altri stati del mondo, compreso il Giappone, ma la scienza di base è quella che consente di trovare le soluzioni tecnologiche e non, per affrontare altre problematiche più complesse”.

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