In una regione montuosa del nord del Pakistan si trova la Valle degli Hunza, un’area isolata dell’Himalaya che ospita una comunità di persone che vivono più a lungo di chiunque altro sulla Terra, superando un secolo di vita. Ma quali sono i segreti della loro longevità?
Quanti hanno sentito parlare degli Hunza, noti anche come Buruscio, probabilmente sono già a conoscenza delle leggendarie notizie sull’aspettativa di vita di 120 anni di queste persone, con alcuni che addirittura arriverebbero a 150 anni. Nel frattempo, l’aspettativa di vita media in Pakistan è di soli 67 anni. Se la loro longevità forse ingigantita è ancora oggetto di dibattito, è senza dubbio vero che il loro isolamento e la loro qualità della vita hanno alcune caratteristiche interessanti che li rendono più sani. È anche altamente probabile che la loro aspettativa di vita media si aggiri intorno ai 100 anni. Si dice, inoltre, che non si ammalino mai, che siano resistenti al cancro e che le donne possano concepire in età comprese tra 60 e 90 anni. Alcune di queste affermazioni potrebbero essere vere, ma altre andrebbero prese con le pinze.
Prima di addentrarci nei segreti della loro longevità, è bene sapere come e dove vivono queste persone. La Valle di Hunza è situata in un’area remota e incontaminata del Pakistan settentrionale, dove gli abitanti coltivano il loro cibo e utilizzano l’acqua dei ghiacciai per bere e lavarsi. La loro bevanda più famosa è un tè alle erbe fatto con acqua dei ghiacciai e un’erba nota come Tumuru. L’acqua dei ghiacciai proveniente direttamente dalle montagne e le erbe sarebbero la ragione della pelle luminosa degli Hunza.
Isolati da qualsiasi città o snodo commerciale vicino, gli Hunza non consumano cibi processati ma seguono una dieta ricca di verdure, latte, cereali e frutta, soprattutto albicocche. Le albicocche sono un punto fermo per gli Hunza, che si dice seguano una dieta a base solo di succo estratto da albicocche essiccate per 2-4 mesi all’anno. È una vecchia tradizione che seguono nel periodo in cui questi frutti sono ancora acerbi e secondo gli scienziati, contribuisce alla loro incredibile salute. Fanno due pasti al giorno: una ricca colazione al mattino e la cena dopo il tramonto. Si dice anche che gli Hunza non si ammalino di cancro grazie al consumo di vitamina B-17, nota anche come amigdalina, presente nei semi di albicocca e ampiamente nota per le sue proprietà antitumorali.
Ci sono alcune aree del mondo, note come Zone Blu, con alte concentrazioni di centenari e aspettative di vita più lunghe. Nonostante gli Hunza non siano inclusi in questa lista, condividono alcune caratteristiche simili con i suoi occupanti. Proprio come loro, gli Hunza vivono in un’area in alta montagna, dove molti fanno lavori fisicamente faticosi che li mantengono in un’ottima forma fisica, mentre respirano aria fresca e pulita. Gli Hunza sono noti per praticare yoga, incluse meditazione e tecniche di respirazione. Sarebbero anche a conoscenza dell’importanza del rilassamento e della gestione delle energie. Quindi riposano quando ne sentono il bisogno e limitano qualsiasi cosa possa causare stress emotivo.
Vivono fino a 150 anni?
Il loro stile di vita ha fatto nascere molte leggende intorno a questo popolo. Per esempio, vivono davvero fino a 150 anni? Secondo un antropologo, questo concetto deriva dalla loro concezione dell’età. Gli Hunza aggiungono la saggezza percepita nell’età di qualcuno al reale numero di anni che hanno trascorso sulla Terra e questa potrebbe essere una spiegazione per la loro presunta longevità.
Ma c’è un’altra storia che potrebbe avere qualcosa a che fare con l’ipotetica sopravvivenza degli Hunza e questa storia va ricercata in un popolare film degli anni ’60, “Orizzonte Perduto” di Frank Capra. Ispirato da un libro di James Hilton, il film porta a Shangri-La, un paradiso in cui l’invecchiamento e le malattie erano sospese. Nel film, un convoglio inglese proveniente dalla Cina si schianta sull’Himalaya, bloccando i passeggeri nel bel mezzo di condizioni di blizzard. L’equipaggio viene scoperto dai residenti locali e portato in una valle tranquilla dove trova riparo dalla tempesta. Si diceva che i cittadini di questo posto magico avessero 100 anni, non avessero malattie e fossero in perfetta salute. Un membro dell’equipaggio malato terminale aveva iniziato a recuperare le forze, mentre l’età di tutti gli altri sembrava sospesa nel tempo. Quando queste persone hanno lasciato Shangri-La, sono tornate alla loro vera età. Molti credono che Capra abbia utilizzato la Valle di Hunza come base per creare Shangri-La, accendendo le leggende sulla longevità che in seguito avrebbero circondato la Valle.
Ma ci sono anche alcuni misteri irrisolti che riguardano gli Hunza, come l‘origine della loro lingua. Nota come Burushaski, questa lingua è completamente slegata dall’indoeuropeo o dal tibetano. L’unica somiglianza che gli antropologi hanno trovato è quella con una cultura altrettanto unica e isolata, quella della regione basca della Spagna. Le popolazioni indigene dei Paesi baschi sono rimaste isolate dalle culture circostanti per secoli, conservando un linguaggio e aspetti culturali che sono svaniti negli stati vicini. Il linguaggio basco e quello Burushaki condividono 70 parole affini, che portano gli antropologi a credere che le due culture possano condividere una discendenza comune fino ad una tribù Proto-Caucasica.
Gli Hunza hanno la pelle più chiara di qualsiasi altro gruppo in Pakistan, che si aggiunge all’ipotesi che possano discendere da un piccolo gruppo che si stabilì nell’area, forse soldati dell’esercito di Alessandro Magno o di un altro gruppo nomade europeo.
Mentre sembra probabile che abbiano aspettative di vita solo leggermente più alte, sembra che il loro stile di vita sia più salutare della media, sia fisicamente che mentalmente. Ma poiché non tengono conto dell’età attraverso i certificati di nascita, è difficile determinare la loro reale aspettativa di vita. Secondo i racconti di antropologi e ricercatori che hanno visitato gli Hunza, è evidente che lo stress, la tensione e i conflitti moderni che affrontiamo non esistono proprio lì. Gli Hunza seguono il loro stile di vita e fanno lavori fisici, rimanendo attivi e veloci dall’alba al tramonto. Questo compone la loro esistenza, semplice ma senza dubbio più sana di quella del resto del mondo. Contenti delle loro vite, gli Hunza vivono al momento. Inoltre, il mantenimento di rituali sociali e narrazioni culturali è positivo per la salute mentale ed emotiva, rappresentando un altro fattore nello stile di vita salutare di questa particolare comunità.