Nella traccia della seconda prova di maturita’ dell’artistico si e’ trattato dello sbarco sulla Luna, non tanto dal punto di vista storico o scientifico ma per quello che ha rappresentato in termini di comunicazione e impatto mediatico. “Senza dubbio, tutti gli anni sessanta – spiega Umberto Guidoni, il primo astronauta europeo che ha visitato la Stazione Spaziale Internazionale – furono caratterizzati dall’esplorazione dello spazio ma, specialmente in quell’estate del 1969 c’era un clima di grande aspettativa e, nelle settimane immediatamente precedenti al lancio dell’Apollo 11, si percepiva una grande eccitazione perche’ sembrava avverarsi la profezia di Konstantin Tsiolkowski, il grande pensatore dell’ottocento considerato anche il padre dell’astronautica che diceva: “…la Terra e’ la culla dell’umanita’ ma non si puo’ vivere per sempre in una culla…“.
“L’umanita’ – chiarisce Guidoni – lasciava finalmente la sua culla e stava per avventurarsi nelle profondita’ dello spazio. In quegli anni tutti i giovani volevano diventare astronauti e nessuno metteva in dubbio che, alla fine del XX secolo, ci sarebbero state basi abitate in orbita attorno alla Terra, sulla Luna e, forse, su Marte. Appena un anno prima, nel 1968, il film ‘2001 Odissea nello spazio’ aveva ricevuto l’Oscar per gli effetti speciali, ma perfino questo capolavoro del genere fantascientifico rischiava di essere superato dalla realta’, visto che gran parte della sceneggiatura del film (la descrizione della base lunare e della grande stazione spaziale) erano derivate dai progetti della Nasa e dagli studi di Wernher Von Braun, padre del programma spaziale americano. Il 16 luglio 1969, quando l’Apollo XI decollo’ dalla base di Cape Canaveral, circa un milione di persone si radunarono sulle spiagge per assistere al lancio e oltre 600 milioni, forse un miliardo, furono gli spettatori che assistettero alla diretta Tv. Per la prima volta, l’intero Pianeta si fermo’ a contemplare un evento destinato a segnare la storia del novecento“.
Guidoni ricorda che quello “fu davvero il primo evento mediatico globale, che fu realizzato proprio grazie alle tecnologie spaziali e all’entrata in servizio, pochi anni prima, dei satelliti artificiali. Nel 1965, infatti, erano stati messi in orbita i primi satelliti per telecomunicazione come Intelsat ed Early Bird. In Italia, Tito Stagno e Ruggero Orlando commentarono in diretta lo sbarco sulla Luna. Fu la notte piu’ lunga della televisione italiana, una ‘veglia’ rimasta impressa nella mente di centinaia di migliaia di telespettatori, incollati agli schermi in bianco e nero. Io ero tra questi e quella sera, con l’entusiasmo di un 15enne, ho assistito a quell’impresa che sembrava uscita da uno dei tanti romanzi di fantascienza di cui ero appassionato, quegli stessi che mi avevano fatto sognare di viaggiare fra le immense distese inesplorate oltre l’orbita terrestre“. In quel momento “non avrei mai immaginato che, alcuni decenni dopo, avrei avuto – conclude Guidoni – l’opportunita’ di realizzare quei sogni da adolescente e di lasciare il mio Pianeta per affrontare le insidie dello spazio“.