Le immagini realizzate dai radar ad apertura sintetica (Sar) sono ampiamente utilizzate nel campo dell’archeologia sin dagli anni ottanta. Oggi, tra i satelliti che sono dotati di questa tecnologia, Cosmo-SkyMed sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con il Ministero della Difesa, vanta una serie di caratteristiche che possono essere sfruttate per gli studi archeologici e la conservazione dei beni culturali.
I quattro satelliti della costellazione – spiega Global Science – sono in grado di scrutare la Terra dallo spazio metro per metro, di giorno e di notte, con ogni condizione meteo. I satelliti lavorano in banda X e sono quindi in grado di vedere attraverso le nuvole, in assenza di luce solare e il sistema può effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore. Lo scorso 2 giugno la rivista Remote Sensing ha pubblicato ‘Cosmo-SkyMed SAR for Detection and Monitoring of Archaeological and Cultural Heritage Sites’ un articolo scritto da due ricercatori Asi, Deodato Tapete e Francesca Cigna che illustra le potenzialità della missione per il monitoraggio dei beni culturali.
«I casi d’uso sviluppati nel corso delle nostre attività di ricerca scientifica e pubblicati in questo articolo dimostrano l’utilità dei dati Cosmo-SkyMed per la prospezione archeologica e il monitoraggio di beni culturali – commentano i due autori – Il fatto che la nostra ricerca sia stata selezionata come copertina del numero di giugno 2019 della rivista internazionale “Remote Sensing” è motivo di grande soddisfazione. Oltre a riconoscere il valore scientifico della nostra ricerca, conferma il crescente interesse nella comunità per le applicazioni dei dati di osservazione della Terra nell’importante settore dei beni culturali».
Nell’articolo, selezionato per l’immagine di copertina dell’ultimo numero della rivista, viene descritto il lavoro dei satelliti su alcuni siti archeologici e culturali situati in Perù , Siria, Italia e Iraq. Le applicazioni basate su Sar – si legge nell’articolo – forniscono informazioni sul sottosuolo, supportano il monitoraggio ambientale, aiutano nella valutazione delle condizioni del patrimonio archeologico e valutano l’impatto delle attività condotte dall’uomo sul paesaggio.
L’articolo inoltre, fornisce per la prima volta, una panoramica delle funzionalità delle immagini di Cosmo-SkyMed nelle modalità operative Spotlight- 2 e StripMap Himage, di grande interesse per le indagini archeologiche e le attività di ricerca connesse. «Nel contesto delle attuali missioni spaziali radar ad apertura sintetica – concludono gli autori – Cosmo-SkyMed può supportare le applicazioni sui beni culturali non solo per le sue ben note proprietà di alta risoluzione spaziale e temporale, ma anche per la disponibilità di archivi storici di immagini che documentano regolarmente lo stato di conservazione di siti Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità».