Più impariamo, più sembra che il nostro sistema scheletrico si adatti allo stress della vita moderna. Le generazioni più giovani, infatti, sembrano sviluppare ossa sulla parte posteriore del cranio a causa dell’esteso utilizzo di dispositivi tecnologici, come smartphone e tablet. Due ricercatori australiani hanno fatto questa strana scoperta mentre esaminavano centinaia e centinaia di radiografie di persone di età compresa tra 18 e 30 anni, scoprendo che quasi la metà aveva sviluppato una crescita ossea. Sono protuberanze che normalmente sono osservate nelle persone anziane che hanno sottoposto i loro corpi a posture scorrette a lungo termine e a notevoli carichi di stress sulle ossa.
Ma la presenza di queste crescite sul cranio, simili a un corno, fa sorgere grande preoccupazione su quello che l’ampio utilizzo di cellulari e simili sta facendo al corpo dei più giovani. I risultati del Dott. David Shahar e del Prof. Mark Sayers dell’University of the Sunshine Coast, in Australia, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento quando sono stati pubblicati all’inizio del 2018, 2 anni dopo il loro iniziale avvertimento sulla tendenza, riporta news.com.au. Ma un articolo della BBC di qualche giorno fa su come la tecnologia stia cambiando il corpo umano, in cui si citava tale studio, ha fatto scoppiare nuovamente l’interesse sull’argomento.
Il Dott. Shahar ha dichiarato che lo studio ha analizzato 218 immagini a raggi X di persone tra 18 e 30 anni, scoprendo che il 41% aveva sviluppato una massa ossea simile ad un corno che andava da 10 a 30mm di dimensioni. Le crescite si stanno verificando in un particolare punto del cranio: sulla parte postero-inferiore della testa, dove è presente l’osso occipitale. Ulteriori test, incluse risonanze magnetiche, hanno escluso la possibilità che le crescite ossee fossero dovute alla genetica o a ferite. Come già anticipato, questo tipo di crescite viene osservato nelle persone più anziane ed è determinato dallo stress a lungo termine esercitato sullo scheletro e fino all’avvento delle moderne tecnologie era raramente osservato nei giovani.
“Questa è la prova che i processi degenerativi muscoloscheletrici possono iniziare e progredire silenziosamente già da piccoli. Questi risultati sono stati sorprendenti perché tipicamente impiegano anni per svilupparsi ed è più probabile vederli nella popolazione anziana. È importante comprendere che, nella maggior parte dei casi, le protuberanze ossee misurano pochi millimetri e che abbiamo trovato proiezioni di 10-30mm nella popolazione giovane studiata”, ha affermato il Dott. Shahar.
I risultati offrono un avvertimento sugli effetti delle posture sbagliate, soprattutto tra i giovani, a causa dell’ampio uso di smartphone e tablet. “Ipotizziamo che il sostenuto aumento di carico alle connessioni muscolari sia dovuto al peso della testa che si sposta in avanti con l’uso delle tecnologie moderne per lunghi periodi di tempo. Spostare la testa in avanti determina il trasferimento del peso della testa dalle ossa della colonna vertebrale ai muscoli sulla parte posteriore del collo e della testa”, ha aggiunto Shahar.
Tracciare dei legami di causa non faceva parte dello studio, ma queste idee sono supportate da altre ricerche su come i dispositivi mobili possono alterare il sistema muscoloscheletrico. Alcuni studi hanno notato che il 68% di staff e studenti riporta dolore al collo dopo aver utilizzato dispositivi mobili per in media 4,65 ore al giorno. Se la postura scorretta non è certo qualcosa di nuovo, è molto di più del tempo che, fino a pochi decenni fa, spendevamo su un libro o scrivendo i diari.
Queste protuberanze non sono necessariamente pericolose, ma potrebbero essere il sintomo di un problema più grande. Il modo in cui il nostro corpo compensa una postura scorretta potrebbe aggiungere ulteriore stress su alcune articolazioni e su alcuni muscoli, aumentando le possibilità di ferite o problemi muscoloscheletrici in futuro. Sayers e Shahar continueranno ad esaminare il fenomeno e intendono sviluppare risorse che possano aiutare ad evitare queste crescite, soprattutto nei bambini. “Il punto è che il problema non è il bernoccolo, il bernoccolo è un segno di una postura continua terribile, che può essere corretta molto semplicemente”, ha concluso il Dott. Sayers.