Quei 60 secondi per decidere se atterrare o abortire la missione Apollo 11 e il rischio di restare bloccati sulla luna

60 secondi per decidere se atterrare o dichiarare fallita la missione, due allarmi sconosciuti che suonavano, una rotta sbagliata e il rischio di restare bloccati sulla luna: tutta la grande tensione e gli imprevisti del primo sbarco sulla luna
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Sono passati 50 anni da quando Neil Armstrong ha posato per la prima volta piede sulla superficie lunare, ma quel momento che ha definito un secolo è stato preceduto e seguito da un’altissima tensione e da grandi colpi di scena. Armstrong e il collega Edwin “Buzz” Aldrin erano soli sul Modulo Lunare Eagle e avevano una sola possibilità per far atterrare il veicolo, altrimenti la missione sarebbe diventata un grande disastro. I due stavano esaurendo il carburante con solo il 5% rimanente. A causa di questo, hanno dovuto decidere se atterrare o annullare la missione in un lasso di tempo di 60 secondi.

Un presentatore TV dell’epoca disse: “La parte difficile della corsa è avvicinarsi così tanto e poi dover lasciare dopo tutto questo lavoro. E io credo che quella pressione probabilmente è la più grande pressione che qualsiasi equipaggio abbia mai provato”. La missione Apollo 11 fu l’apice di decenni di lavoro da parte di centinaia di migliaia di persone impegnate nel campo della scienza, della tecnologia e dell’ingegneria. Nel 1973, il costo totale del programma Apollo riportato al Congresso fu di 25 miliardi di dollari.

Il modulo lunare Apollo 11. Credit: NASA

Sapere che era tutto sulle loro spalle e sulla loro abilità di far atterrare il modulo lunare deve aver creato un’enorme pressione sui due astronauti. Per non parlare del fatto che il problema carburante era arrivato dopo due precedenti crisi in rapida successione. A pochi minuti dall’allunaggio, infatti, si azionò un allarme che Armstrong e Aldrin non avevano mai incontrato in addestramento. Nella conversazione tra gli astronauti all’interno dell’Eagle e il controllo missione sulla Terra, Armstrong chiese: “Dateci una lettura dell’allarme del programma 1202”. Il controllo missione realizzò che era un sovraccarico del computer e che era ancora in grado di funzionare e comunicò di procedere. Non molto tempo dopo, suonò un altro allarme, questa volta 1201. Si scoprì che era un allarme dello stesso tipo e agli astronauti fu chiesto di nuovo di proseguire.

Tuttavia, a causa della distrazione provocata dagli allarmi, il team non aveva notato che l’Eagle era diretto verso l’atterraggio in un grande cratere, più o meno dalle dimensioni di uno stadio da calcio con ripidi pendii coperti di rocce di grandi dimensioni. Armstrong decise così di prendere in mano la situazione e manualmente diresse il veicolo verso ovest, in un punto più sicuro. L’allunaggio avvenne così in maniera sicura e quando Armstrong uscì dal veicolo, pronunciò quelle parole ormai diventate leggenda: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande salto per l’umanità”. I due astronauti hanno avuto 2 ore per scattare fotografie e prelevare campioni, così come per avere una breve conversazione con il Presidente USA Richard Nixon, prima dell’altrettanto pericoloso viaggio di ritorno sulla Terra.

Lightroom/NASA

Prima di poter ripartire dalla luna, infatti, i due astronauti sono stati costretti ad eseguire un controllo del sistema. L’audio dall’interno del modulo lunare svela una conversazione da cardiopalma tra gli astronauti e il controllo missione a Houston, in Texas. Nella conversazione, Aldrin spiegava come l’interruttore che controllava il motore per far decollare il modulo dalla luna sembrava essere rotto. Senza quell’interruttore, i due erano bloccati sulla luna. Il controllo missione rispose: “Base della Tranquillità, qui è Houston. Nella configurazione del piano di volo, mostriamo che sul pannello 16, riga 2, l’interruttore del circuito di controllo della stabilità dovrebbe essere aperto in questo momento”. Aldrin replicò: “Houston, qui Base della Tranquillità. Avete un modo per mostrare la configurazione dell’interruttore di circuito del braccio del motore? Il motivo per cui lo chiedo è perché la sua estremità sembra rotta. Credo che potremmo spingerlo nuovamente dentro”. Dopo una pausa, il controllo missione rispose: “Riposatevi un po’, ci penserete domani. È stata una lunga giornata”.

Mentre Armstrong e Aldrin dormivano, i tecnici della NASA lavorarono per tutta la notte per trovare un modo per evitare l’interruttore. Tuttavia, i tentativi si rivelano vani e Aldrin risolse la situazione semplicemente con una penna, che utilizzò per colpire l’interruttore. Questa azione servì a chiudere il circuito e gli astronauti poterono decollare. La coppia si unì a Michael Collins rimasto nel modulo di comando in orbita intorno alla luna e tornarono tutti sulla Terra, ammarando nell’oceano.

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