Un genio. Un genio ironico e intelligente. Un ‘prodotto’ di quell’Italia che ci piace, quella che è conosciuta in tutto il mondo per la propria cultura, la propria tradizione, la propria empatia e la propria passione. Passione per l’amore, per il mare, per la vita. Tutto questo, ma anche tanto tanto altro, era Andrea Camilleri, che è morto oggi, a 93 anni. Lo comunica la Asl Roma 1 “con profondo cordoglio“, precisando che il papà del Commissario Montalbano si è spento alle 08.20 di questa mattina presso l’Ospedale Santo Spirito. “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio“, si legge nella nota.
Divenuto noto al grande pubblico grazie al suo personaggio più conosciuto, il commissario Montalbano, Camilleri ha al suo attivo una bibliografia non indifferente – costellata da diversi capolavori – e una vita altrettanto longeva e intensa.
Andrea Camilleri era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. Negli anni Quaranta si era trasferito a Roma, dove il suo lavoro divenne più intenso e ispirato dalla città eterna. Due anni dopo entrò – senza più uscirne – nel mondo del teatro, sia come regista che come sceneggiatore. Il 1949, per Camilleri, fu l’anno della svolta: venne ammesso all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico. Il periodo di studio come regista, conclusosi nel 1952, fu per lui fondamentale per la sua futura formazione: il livello di consapevolezza raggiunto in quegli anni fu il trampolino di lancio del suo successo, sia come scrittore che come regista.
Intanto, nel 1947, si era sposato con Rosetta Dello Siesto, dalla quale ebbe tre figlie, Andreina, Mariolina e Betta. Camilleri era anche un attivissimo e orgogliosissimo nonno di quattro nipoti: Alessandra, Arianna, Francesco e Silvia.
Fumatore accanito e amante della buona cucina, Camilleri era un genio ironico e brillante, e questo suo carattere esuberante e quasi sacrilego venne fuori fin da ragazzo, quando durante gli anni di frequenza del collegio vescovile lanciò delle uova contro un crocifisso e, ovviamente, venne espulso.
Andrea approdò alla Rai nel 1957, lavorando nel campo della produzione televisiva. Iniziò a scrivere solo in un secondo momento: il suo esordio letterario è rappresentato da “Il corso delle cose“, pubblicato nel 1978. Il primo romanzo della fortunatissima serie che vede protagonista il commissario Montalbano, comparve invece nel 1994, quando uscì il volume “La forma dell’acqua“. La trasposizione in serie televisiva, dove Montalbano è interpretato ancora oggi da Luca Zingaretti, apportò il sigillo definitivo all’enorme successo delle avventure ambientate a Vigata.
Il successo dello scrittore siciliano, oltre che dal cuore degli italiani, è sancito anche dalle dieci milioni di copie dei suoi libri vendute in tutto il mondo e dalla traduzione dei suoi testi in più di 120 lingue.
Ciao Andrea, e grazie per aver reso migliore questo Paese che avrebbe bisogno di altri dieci, cento, mille geni come te!