Nell’anno del 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna, la corsa al nostro satellite si è improvvisamente riaccesa e si arricchisce di nuovi concorrenti. Dopo la Cina, atterrata a gennaio sul lato nascosto del satellite con la sonda Chang’e-4, e Israele, che ha sfiorato l’impresa ad aprile con il falimento nella discesa del primo lander privato Beresheet, ora tocca all’India, con la missione Chandrayaan 2. Tutte nazioni prima considerate outsider rispetto alle blasonate Russia e Stati Uniti. Il lancio indiano è previsto per domenica a bordo del più potente razzo vettore indiano, il veicolo di lancio satellitare geosincrono Mark III. Il lancio avverrà alle 23:21 (ora italiana) dal centro spaziale Satish Dhawan, sulla costa sudorientale del Paese. Questa missione arriva 11 anni dopo la prima missione Chandrayaan 1, che ha contribuito a dimostrare la presenza di acqua sulla Luna.
Il viaggio durerà e mesi e l’allunaggio è previsto per il prossimo 6 settembre. Dal modulo orbitante di 2,4 tonnellate di peso si staccherà il modulo lunare da 1,4 tonnellate, che inizierà la discesa al suolo fino a giungere un sito posto a 350km dal bordo del Bacino Polo Sud-Aitken, il sito più vicino al polo sud lunare mai raggiunto finora. Qui avverrà il distacco del rover robotico ‘Pragyan’, di appena 27kg di peso, che con i suoi strumenti di bordo esaminerà il materiale della crosta lunare proiettato dalla gigantesca collisione che ha creato l’antico bacino, fornendo dati preziosi sul caos che ha segnato l’alba del Sistema solare. Il modulo lunare di Chandrayaan 2 trasporterà anche un retroriflettore laser della Nasa, che permetterà di effettuare misurazioni precise tra la Terra e la Luna: in futuro potrebbe diventare un nodo di una rete di navigazione lunare per guidare nuove missioni.
La corsa alla luna non ha sicuramente perso i suoi protagonisti storici. La NASA ha annunciato proprio questa primavera il programma Artemis che entro il 2024 riporterà gli astronauti a calpestare il suolo lunare, compresa una donna, la prima sulla Luna. A fare da trampolino sarà la grande piattaforma orbitante Gateway, a cui contribuiranno i partner della Stazione spaziale internazionale (Iss). Fra loro anche l’Agenzia spaziale europea (Esa), che oltre ad aver iniziato l’addestramento dei suoi astronauti per le future missioni lunari, ha anche annoverato tra i suoi piani la costruzione di un villaggio scientifico internazionale sulla Luna, il Moon Village, come base di ricerca e avamposto per l’esplorazione di Marte.