Da Apollo 11 ad Artemis: perchè la NASA sceglie i nomi delle missioni spaziali nella mitologia greca

Perchè la NASA ha scelto, e sceglie ancora oggi, nomi della mitologia greca per le missioni spaziali
MeteoWeb

Apollo, Artemis, Mercury, Saturn…. Negli anni 50 e 60 la Nasa aveva l’abitudine (e in parte la mantiene ancora oggi) di dare alle missioni spaziali nomi tratti dalla mitologia greca, seguendo l’esempio dei militari che, nello stesso periodo, avevano chiamato i missili terra-aria NikeHercules e NikeAjax. Così nel ’56 il primo missile per i voli suborbitali venne chiamato Jupiter-C, dal nome di Giove, mentre il primo satellite artificiale americano, Explorer, venne lanciato dal vettore Juno, Giunone. Mercy era il primo programma spaziale umano, Gemini (Gemelli) il secondo, basato sui vettori Atlas (Atlante) e Titan, mentre quelli che avrebbero portato il primo uomo sulla LUNA, nel ’69, vennero battezzati Apollo, destinati a viaggiare su missili Saturn. I primi fallirono, ma risultarono utili per il successo dell’undicesima missione, l’Apollo 11 appunto, a cui gli americani diedero il soprannome di Columbia (forse in ricordo dell’esploratore Cristoforo Colombo).

Nel caso della missione lunare qualcuno potrebbe chiedersi quale connessione avesse Apollo, dio del Sole, con un viaggio verso un corpo freddo immerso nello spazio: il nome venne scelto da Abe Silverstein, ingegnere aerospaziale che propose il nome Apollo nel gennaio del 1960, durante una riunione dedicata a come superare i risultati del progetto Mercury. Gli scienziati dissero che serviva qualcosa di più ambizioso. Apollo sembrò il nome giusto: “In realtà non ci fu nessun motivo specifico – spiegò Silverstein anni dopo – era semplicemente un nome attraente. Seguii lo stesso sistema con cui avrei scelto il nome di mio figlio“. L’amministratore della Nasa, Keith Glennan, approvò il nome Apollo il 25 luglio 1960 e lo annunciò ufficialmente tre giorni dopo.

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