Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza per risolvere il problema rifiuti a Roma. Il testo stabilisce che i luoghi più sensibili come scuole e ospedali siano sgombrati entro 48 ore, mentre entro una settimana dovrà essere ripulita tutta la capitale, incluso il posizionamento di altri trecento cassonetti. D’altra parte, in accordo con il ministero dell’Ambiente, Zingaretti dispone l’obbligo per gli altri impianti della regione ad accogliere alla massima capacità i rifiuti di Roma. Si spera così di dare rapido sollievo alla cittadinanza, già provata da settimane in cui i cumuli di immondizia cuocevano sotto il sole, con effetti devastanti di miasmi e moltiplicazione anche dei topi in superficie. L’ordinanza può essere letta da un lato come un commissariamento dell’Ama, l’azienda municipalizzata addetta alla raccolta dei rifiuti capitolini, invitata a una ‘fortissima accelerazione‘. Dall’altro, la regione ottempera alla richiesta della giunta Raggi, che da mesi attribuisce parte della colpa della crisi rifiuti alla mancata indicazione da parte di Zingaretti dei siti per il conferimento.
“Non crediamo che questa ordinanza sia punitiva, punta all’efficienza di un sistema. Esiste un problema che credo vada superato. La Capitale di un Paese moderno non può dipendere nel suo ciclo dei rifiuti dalla disponibilità e dalla buona volontà di altri Comuni o addirittura di altri Stati Europei, deve dotarsi di suoi impianti”, ha ribadito Zingaretti. La sindaca Virginia Raggi ha quindi replicato: “Quelle di Zingaretti restano le solite promesse in sette anni non è riuscito a scrivere il Piano Regionale dei Rifiuti e ora pretende di pulire Roma in sette giorni. Zingaretti sfiora il ridicolo quando dice di ripulire la città in una settimana“. All’origine dei problemi la fragilita’ del ciclo cittadino.
La crisi dei rifiuti è precipitata da inizio giugno con la diminuzione dei conferimenti nella discarica di Malagrotta. Ogni giorno restano in strada circa 600 tonnellate di pattume che si accumula attorno ai cassonetti, generando una situazione d’emergenza. Il sistema deve essere integralmente ripensato, con l’aumento della raccolta differenziata e degli impianti di smaltimento.