Sull’isola, Stromboli era un sorvegliato speciale già da una settimana prima che si verificassero le ultime violente esplosioni che hanno spezzato la vita Massimo Imbesi, 35 anni. Già una settimana prima infatti c’era stata un’esplosione maggiore e anche un incendio che “ha bruciato mezza isola“, raccontano all’Adnkronos gli abitanti. “Continue esplosioni tutte ben visibili dal porto. Una cosa che non succede spesso” aggiungono. Ma erano tutti segnali con cui sono abituati a convivere perché sostengono che il vulcano “non vuole fare male a nessuno”. “Se vivi a Stromboli metti in conto anche le eruzioni“, dicono con orgoglio.
Il geologo Giuseppe De Rosa per otto mesi l’anno vive sull’isola. Fa la guida vulcanologica a tempo pieno e si occupa della manutenzione di alcune stazioni di monitoraggio dell’Università di Firenze. “Impossibile dire se l’emergenza sia rientrata o meno. Le esplosioni maggiori su un vulcano attivo come lo Stromboli non si possono prevedere. Non ci sono stati segnali precursori che hanno anticipato questo evento esplosivo. Dopo le tre eruzioni studiate in precedenza, quelle del 2003, del 2007 e del 2014, questa volta lo Stromboli è uscito fuori dagli schemi: ha creato un’attività esplosiva imprevedibile. Quello che è successo mercoledì scorso ci ha dimostrato che la natura non si può controllare e schematizzare secondo regole statistiche“, ha spiegato all’Adnkronos.