Franky Zapata caduto in mare durante la trasvolata della Manica: “Ho dovuto bere l’acqua nel casco per respirare”

Fallito il tentativo di trasvolare la Manica a bordo della sua flyboard, Franky Zapata, l'"uomo volante", ha spiegato cosa è andato storto e quei minuti in cui si è ritrovato in mare
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Franky Zapata non è riuscito nella sua impresa di attraversare la Manica a bordo della sua flyboard. Partito dalla spiaggia di Sangatte, l’”uomo volante” è caduto in mare a circa 18km dalle coste francesi, non riuscendo a raggiungere la destinazione finale della sua trasvolata, ossia Dover, in Inghilterra. Per percorrere i 35km fino alla costa inglese a 140km/h e ad un’altezza di 15-20 metri dall’acqua, a metà strada, Zapata doveva rifornire la sua flyboard di cherosene su una piattaforma posta su una barca, ma questa operazione ha pregiudicato il suo tentativo. Fallita l’impresa, Zapata ha spiegato in una conferenza stampa cosa è andato storto e quegli istanti nelle acque della Manica prima di essere soccorso e portato in salvo.

AFP/LaPresse

La piattaforma si spostava davvero da destra a sinistra e per questo è stato necessario che prendessi un po’ il ritmo di questo movimento. Avvicinandomi alla piattaforma, la barca è salita su un’onda e ha spinto la barra che stavo tenendo all’indietro. Visto che la piattaforma non è molto grande, nel momento in cui mi avvicinavo, ha colpito la base della macchina, che si è rotta. Questo mi ha scagliato in avanti e penso di aver avuto un riflesso sbagliato. Avrei dovuto riaccelerare e partire ma ho provato a tenermi alla barra e lì mi sono spostato a destra e sinistra”, ha analizzato il 40enne campione europeo e del mondo di sci d’acqua.

AFP/LaPresse

Quando sono caduto in acqua, il problema era il casco. Il giubbotto salvagente mi permette di galleggiare con la macchina ai piedi. Il problema è il casco, che non è costruito in questo modo e visto che non è qualcosa che ci capita tutti i giorni, non ci eravamo mai trovati in una situazione del genere. Abbiamo dovuto installare un sistema che ci permettesse di rimuoverlo subito perché l’acqua entra dentro e dopo l’unico modo per essere in grado di respirare era quello di bere l’acqua nel casco per respirare di nuovo. Io l’ho fatto per cercare di salvare la macchina perché la prima opzione in una situazione di pericolo era quella di liberarmi del sistema. Posso farlo in qualsiasi situazione e in pochi secondi ma se l’avessi fatto la macchina si sarebbe ritrovata nel bel mezzo del mare. Per questo ho provato a fare il massimo e all’ultimo minuto ho tolto il casco e a quel punto ero comodo e ho aspettato i soccorsi”, ha raccontato.

franky zapataNonostante una brutta ferita al gomito e la rabbia per aver fallito la sua impresa per un dettaglio, Zapata non si è lasciato di certo scoraggiare, confermando che ritenterà la trasvolata della Manica la prossima settimana. L’”uomo volante” voleva diventare pilota di elicottero, sogno che gli è stato negato a causa del daltonismo. L’idea della flyboard, la macchina volante autonoma dotata di 5 mini turboreattori che le permettono di decollare e di raggiungere i 190km/h, gli è venuta nel 2011. L’Ha sviluppata nei laboratori della sua impresa con l’aiuto dell’esercito.

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