Inchiesta sicurezza: i crimini diminuiscono ma aumenta la percezione di pericolo dei cittadini

Altroconsumo ha condotto un’indagine per tracciare un quadro sul senso di sicurezza percepito dalla popolazione. Ecco come nel nostro Paese evolvono i pareri su reati, forze dell’ordine e giustizia
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Sicurezza, percezione della giustizia e rapporto con le forze dell’ordine: sono temi di grande attualità quelli affrontati in una indagine condotta da Altroconsumo che tra l’ottobre ed il novembre 2018 ha intervistato circa 1800 persone tra i 25 ed i 74 anni, allo scopo di tracciare un quadro del nostro senso di sicurezza e confrontarlo sia con inchieste precedenti, sia con i dati oggettivi che vengono annualmente forniti dal Ministero dell’Interno ma anche con i risultati relativi ad altri Paesi europei.

Confrontando i dati ufficiali forniti dal Viminale, delitti, furti, rapine e omicidi sono oggettivamente in calo, un trend che va avanti da diversi anni. Tutto ciò però si scontra con un’aumentata percezione di insicurezza da parte dei cittadini. Basti pensare che il 37% degli intervistati coinvolti nell’indagine Altroconsumo ritiene che ci sia un alto livello di criminalità nelle ore notturne nella propria città di residenza, il 19% di giorno. Un dato che, ad esempio, in Portogallo si ferma rispettivamente al 17% (di notte) e 8% (di giorno). Grande insicurezza anche per chi utilizza i mezzi pubblici: solo 1 su 4 vi si sente sicuro di giorno (1 su 6 di notte).

Tra le persone che percepiscono un maggiore senso di insicurezza troviamo le donne e le persone con più di 44 anni. Le differenze – oltre che di genere e anagrafiche – ci sono anche a livello geografico: chi vive in aree urbane ha più paura di chi abita in zone rurali; i cittadini del Centro, Sud e Isole si sentono meno sicuri di chi abita al Nord. Anche avere un basso livello di istruzione o una situazione economica non agevole aumenta la percezione di insicurezza.

Un quadro complessivo che conferma quanto si riscontra anche in altri Paesi ovvero che c’è uno scarto tra la sicurezza oggettiva e quella percepita. Uno scarto che in Italia va incontro ad un trend di crescita.

I dati ufficiali forniti da Ministero dell’Interno segnalano infatti che nel 2018 – rispetto al 2017 – i delitti sono diminuiti quasi del 9%, gli omicidi del 14% le rapine dell’11% e i furti di oltre l’8%.  Nonostante ciò, confrontando i dati sul senso di insicurezza degli italiani oggi con l’inchiesta di 11 anni fa emerge che il senso di pericolo è in aumento.

Ad esempio, coloro che si sentono insicuri in casa propria sono triplicati (4% nel 2007 VS 12% nel 2018); il 26% si sente insicuro di notte nel quartiere in cui vive (17% nel 2007); aumenta anche la percentuale di chi si sente insicuro di notte nella città in cui vive (38% 2018 VS 23% nel 2007).

LaPresse/Carmelo Imbesi

Il rapporto con le forze dell’ordine è anch’esso un tema delicato: secondo il 74% degli intervistati, il livello di vigilanza diurna nel proprio quartiere è inadeguato; se poi si parla di vigilanza nelle ore notturne, la percentuale aumenta all’85%. La poca efficienza non sembra però essere attribuita alla capacità delle forze dell’ordine, quanto ad una mancanza di risorse: il 54% degli intervistati ritiene infatti che il numero di agenti sia troppo ridotto e il 45% che siano costretti a lavorare in condizioni difficili, con infrastrutture ed equipaggiamento carenti Anziani e persone con un basso livello di istruzione tendono ad avere più fiducia nelle forze dell’ordine mentre c’è meno fiducia tra coloro che hanno un livello di reddito inferiore.

Per quanto concerne la percezione del funzionamento della giustizia, ben pochi Italiani sembrano ancora credere nella magistratura: il 13% degli intervistati dice di non aver fiducia nel sistema giudiziario italiano. Il 78% del campione auspica che in caso di omicidi, i colpevoli scontino interamente la loro pena, senza condizionali, e il 67% vorrebbe un inasprimento delle pene per reati minori come furti e rapine.

Con riferimento, alle esperienze vissute dal campione di intervistati, il 40% ha affermato di aver subito un crimine negli ultimi 5 anni, l’11% nell’ultimo anno, per quanto si tratti principalmente di reati minori. Eppure, guardando alle denunce, il 27% decide di non sporgerne perché convinto che non ne valga la pena, un segnale di mancanza di fiducia e di senso civico.

 

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