Una smart city sostenibile alle porte di Roma con la “scienza come volano di sviluppo”

Una delle sfide dell'iniziativa, infatti, è generare coesione sociale ed economica, promuovendo lo sviluppo della ricerca scientifica a livello territoriale
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Alle porta di Roma, nasce la ‘Silicon Valley’ d’Italia. È il progetto ‘Distretto dell’economia della scienza‘, “un prototipo di smart city sostenibile che utilizzi la scienza come volano per il progresso sociale ed economico dei territori periferici disagiati“. Lo ha annunciato il viceministro per l’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), Lorenzo Fioramonti, che ha tenuto a battesimo il progetto al Miur, con la firma dell’intesa tra i rappresentanti di enti di ricerca, università e istituzioni locali presenti sul territorio. Il progetto riguarda la periferia sud-est di Roma e coinvolge il VI e VII Municipio della Capitale, insieme ad alcuni comuni dei Castelli Romani, come Frascati e Monte Porzio Catone. “E’ un’idea alla quale lavoriamo sin dal mio insediamento al Miur. Lo scopo è creare importanti ricadute sul territorio, soprattutto su tre fronti: trasferimento tecnologico, turismo scientifico e indotto legato all’attività scientifica“, ha detto Fioramonti.

Il progetto promuoverà alcuni interventi come lo sviluppo di infrastrutture digitali, progetti di mobilità sostenibile e di promozione del turismo congressuale. Per il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, “i cardini saranno flessibilità, competenza e creatività. Il progetto sarà un esempio di scienza che si fa innovazione sociale“.

Una delle sfide dell’iniziativa, infatti, è generare coesione sociale ed economica, promuovendo lo sviluppo della ricerca scientifica a livello territoriale. “E’ paradossale che un territorio dove si concentra la maggioranza degli enti pubblici di ricerca d’Italia, oltre a poli di eccellenza come l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e il campus di Tor Vergata, il più grande d’Europa, conviva col più alto tasso di dispersione scolastica e il minore numero di laureati della provincia di Roma. E con una serie di indicatori socio-economici che individuano il territorio come ad alto rischio di degrado. Il nostro obiettivo è che il progetto faccia da apripista e possa essere replicato in altre zone del Paese“, ha concluso Fioramonti.

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