”Ginostra sembra una zona di guerra, è l’area più colpita, completamente ricoperta da detriti e pomice nera”. A dirlo all’Adnkronos è il sindaco di Lipari, Pietro Giorgianni, rientrato nella notte da Stromboli e Ginostra dopo l’eruzione che ieri ha seminato il panico ed è costata la vita a un giovane escursionista di Messina, Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta di 35 anni. Ferito, in maniera per fortuna non grave, un cittadino brasiliano che era con lui. Nella notte ci sono state piccole scosse, avvertite dalla popolazione ma che non hanno creato danni. ”La situazione è sotto controllo – dice il primo cittadino – e sta tornando lentamente alla normalità ma c’è ancora molta paura e preoccupazione”. Durante la notte un vasto incendio ha tenuto in apprensione gli abitanti di Stromboli. ”Era comunque lontano dal centro abitato” precisa il primo cittadino. Intanto a Ginostra, da ieri al buio, è stata ripristinata l’energia in metà del paese. ”I tecnici di Enel sono di nuovo al lavoro stamattina per cercare di normalizzare la situazione”. A Ginostra in tanti, soprattutto i residenti, hanno preferito, però, non lasciare le loro case. ”Non ci sono state evacuazioni, abbiamo messo a disposizione diversi mezzi per chi volesse allontanarsi volontariamente dalle isole. Per garantire la loro tranquillità più che per un reale pericolo per la loro incolumità”, conclude il sindaco.
Anche la compagnia di navigazione Liberty Lines si è attivata per fronteggiare l’emergenza: con tre aliscafi straordinari sono state trasportate a Lipari e a Milazzo una settantina di persone, tra isolani e turisti, che volevano lasciare Ginostra. Altri quattro mezzi sono rimasti in allerta tutta la notte tra Salina e Lipari per eventuali emergenza. Una famiglia toscana – padre, madre e figlio di 11 anni – che scappata da Ginostra lasciando tutti i bagagli sull’isola si e’ ritrovata senza soldi a Milazzo e senza un posto dove trascorrere la notte: una condizione comune a numerosi turisti ieri allontanatisi in fretta e furia. I dirigenti della Liberty Lines hanno hanno ospitato la famiglia a spese della compagnia, mettendosi a disposizione anche per il ritorno sull’isola. “Siamo contenti di essere stati utili”, ha detto un dirigente.
Sono 98 le persone che alloggiavano sull’isola e hanno lasciato Stromboli per la paura dopo la violenta esplosione vulcanica di ieri, oltre alle migliaia di turisti giornalieri che si trovavano sulle imbarcazioni delle gite che quotidianamente partono da Calabria e Sicilia. Il direttore della societa’ di aliscafi “Liberty Lines” Nunzio Formica ha ospitato in un albergo di Milazzo una coppia di turisti toscani che erano andati via da Ginostra e che nella fretta di lasciare l’isola hanno dimenticato nel piccolo borgo marinaro di Stromboli anche documenti e trolley.
Sono ancora al lavoro vigili del fuoco e Canadair sullo Stromboli per spegnere gli ultimi focolai provocati dalla violenta eruzione del vulcano con il lancio di lapilli lavici incandescenti che hanno innescato il fuoco tra la vegetazione e i canneti. Gli aerei stanno operano sulle zone meno accessibili dell’isola dell’arcipelago delle Eolie. Emergenza finita che si riavvia alla normalita’ anche per gli abitati di Stromboli, sono rimasti molti residenti e pochi turisti: la stragrande maggioranza degli ‘ospiti’ ha preferito lasciare l’arcipelago con traghetti e aliscafi diretti a Milazzo. In zona c’e’ anche la motovane Helga della Caronte & Tourist Isole Minori inviata dalla Regione Siciliana su richiesta del sindaco di Lipari come misura precauzionale nel caso in cui dovesse verificarsi la necessita’ di allontanamento della popolazione presente sull’Isola. Scenario al momento escluso. Gli incendi su Ginostra sono stati spenti da poco. Sono ancora attivi dei roghi sul lato di Stromboli. Hanno lavorato tutta la notte e sono ancora all’opera i vigili del fuoco anche con una motobarca e due Canadair, che hanno ripreso a volare all’alba.
Esplosione Stromboli, grosso ematoma al petto della vittima Massimo Imbesi
E’ stato recuperato e portato a Milazzo, dove viveva, il corpo di Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta, 35 anni, morto ieri nell’esplosione dello Stromboli. Lo ha disposto la magistratura che sta valutando se fare eseguire l’autopsia o se sara’ sufficiente l’esame esterno del medico legale. Secondo quanto si e’ appreso, all’altezza del torace e’ stato rilevato un grosso ematoma che Imbesi forse si sarebbe procurato cadendo violentemente su spuntoni di pietra lavica che caratterizzano l’isola. Caduta che potrebbe essere avvenuta mentre correva per mettersi in salvo o causata da intossicazione da fumo sviluppato dagli incendi. Maggiori particolari sulla dinamica potranno venire da un amico sudamericano che era con lui, che ieri sera era ancora sotto evidente stato di choc.
“Finalmente il mare, di nuovo il mare… quello piu’ conosciuto e familiare pero’, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa….”. Cosi’ Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta, 35 anni, scriveva un anno su Facebook commentando la foto del proprio attestato conseguito come allievo ufficiale di coperta. Amava il mare e i vulcani l’uomo che ieri ha perso la vita a Stromboli. La sua passione era Stromboli. “Ieri mattina – rivela uno degli abitanti di Ginostra, Gianluca Giuffre’ – l’ho visto assieme a un amico, un sudamericano molto alto. Stavano andando a fare delle foto del vulcano. Non lo conoscevo bene, ma lo vedevo sempre passare per i sentieri di Ginostra per degli scatti che erano la sua passione”.
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