Una volpe artica ha percorso più di 3.500km dalla Norvegia al Canada in soli 76 giorni: lo hanno rilevato i ricercatori del Norwegian Polar Institute che avevano catalogato l’animale, noto come volpe costiera o blu, con un dispositivo di localizzazione. Il viaggio di questa volpe è raccontato dai ricercatori in un documento intitolato “La migrazione della volpe artica da Svalbard in Canada: il lungo viaggio attraverso il gelo marino di una femmina“.
La volpe era stata catturata il 29 luglio del 2017. Secondo le registrazioni, ha lasciato Spitsbergen, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, il 26 marzo 2018 trovandosi dinanzi un mare coperto di gelo. Ma il giorno dopo ha virato verso la Groenlandia, dove è arrivata 21 giorni (16 aprile 2018) e 1.512 chilometri dopo. Il 10 giugno ha invece raggiunto l’isola di Ellesmere, in Canada. “Sulle prime non credevamo fosse vero. Non potevamo credere ai nostri occhi. Abbiamo pensato fosse morta o portata là su una barca. Ma non ci sono barche da quelle parti“, ha raccontato alla Bbc la ricercatrice Eva Fuglei, uno degli studiosi che ha seguito i suoi spostamenti.
Spostandosi tra i ghiacci e i ghiacciai, la volpe si è mossa a una media di 46,3km al giorno. Un giorno, quando si trovava sulla calotta glaciale della Groenlandia settentrionale, ha percorso ben 155km. “Per quel che ne sappiamo è la velocità più rapida mai registrata per questa specie“, ha aggiunto Fuglei. L’aver utilizzato il ghiaccio marino come “mezzo di trasporto” potrebbe essere una spiegazione per la sua altissima velocità. In un’occasione il suo ritmo è calato fino a 10km al giorno per 48 ore: potrebbe essere stato dovuto al maltempo o al tempo perso per rifocillarsi.
L’animale è uno dei 54 esemplari che il Norwegian Polar Institute ha studiato dal 2012. Al momento della cattura, pesava 1,9kg ed era giovane. Dal momento della catalogazione ha percorso 4.415km in tutto. Non si sa cosa sia successo all’animale dopo il 6 febbraio di quest’anno, quando il dispositivo ha smesso di dare segnali. È stata la prima volta che gli studiosi hanno documentato nel dettaglio la migrazione della specie tra i continenti ed ecosistemi nell’Artico; una migrazione che potrebbe essere influenzata, anche in maniera notevole, dal cambiamento climatico che sta sciogliendo i ghiacci polari.