Un attentato si è verificato davanti al palazzo Vescovile di Avellino dove è stato depositato un ordigno rudimentale. La bomba artigianale era composta da tre bombolette di gas da campeggio: l’attentatore, un uomo sulla quarantina, poi bloccato, ha innescato l’ordigno prima di tentare la fuga. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe esplosa prima una sola bombola, attirando l’attenzione di chi era presente all’interno del Vescovato, tra cui il direttore della Caritas, Carlo Mele, e una pattuglia dei vigili urbani di servizio nella zona. Nel tentativo di avvicinarsi al pacco, Mele, un vigile e una terza persona, sono rimasti lievemente feriti in seguito a un’altra piccola deflagrazione. Sul posto si sono portate subito le volanti della Polizia, i Vigili del Fuoco, la Municipale e la Scientifica. Il sospettato è stato fermato poco dopo la deflagrazione in una traversa nei pressi del Vescovato. Ad individuare l’uomo è stata una seconda pattuglia della Municipale. L’uomo è stato condotto presso il Comando dei Vigili per essere interrogato.
Nell’esplosione sono rimasti feriti un passante, un vigile urbano e il direttore della Carita, che ha i suoi uffici all’interno dell’edificio in piazza della Libertà. Hanno avuto lievi ustioni. Il responsabile dell’attentato, dopo aver provocato le esplosioni, ha tentato di fuggire ma e’ stato bloccato da un agente della Polizia municipale e da un passante per essere poi trasferito in Questura. E’ un disoccupato originario della provincia di Salerno, residente in Irpinia. Al momento dell’esplosione il vescovo, monsignor Arturo Aiello, era in sede. Si è detto “molto rammaricato” per l’episodio e si è accertato delle condizioni delle persone ferite. Sul posto gli agenti della Polizia scientifica, Vigili urbani e Vigili del Fuoco. Il sindaco, Gianluca Festa, si e’ recato nella Curia per manifestare solidarieta’ a monsignor Aiello e ai feriti.
Monsignor Arturo Aiello, dopo aver incontrato i feriti, ha poi raggiunto Caserta per un impegno pastorale. Il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, nel ringraziare la Polizia locale e la Questura di Avellino per la tempestivita’ che ha consentito di individuare subito il responsabile, ha inviato un caloroso messaggio di solidarieta’ e vicinanza al vescovo e l’augurio di pronta guarigione ai feriti.
“All’inizio pensavamo avessero incendiato il portone, poi abbiamo scoperto che si trattava di un ordigno“. Carlo Mele, direttore della Caritas di Avellino, ricostruisce così gli attimi dell’esplosione nel palazzo Vescovile in cui è rimasto lievemente ferito. “Io, un agente della Polizia Municipale e un passante che stava provando a spegnere le fiamme, ne abbiamo pagato le conseguenze“, racconta Mele. Secondo la sua ricostruzione, il fatto è avvenuto mentre il Vescovo si preparava ad uscire: “Eravamo venuti a prenderlo, poi abbiamo visto le fiamme e quindi aperto mezzo portone. A quel punto c’è stata l’esplosione. Per fortuna l’altra anta del portone non si è aperta, altrimenti sarebbe potuta andare peggio“. Un episodio del genere non si era mai verificato ad Avellino e lo stesso Mele non riesce a darsi una spiegazione: “E’ strano anche l’orario dell’attentato, alle ore 17, quando Piazza Libertà è piena di gente. Questo mi fa pensare che abbia voluto esternare una sofferenza. Non provo risentimento verso di lui, anzi sono pronto ad incontrarlo per ascoltare le sue ragioni”.