Si chiama Dragracer, e potrebbe essere una delle soluzioni future per affrontare il problema dei detriti spaziali. Almeno quelli provenienti dai satelliti in disuso. La missione – riporta Global Science – si propone di deviare l’orbita dei satelliti che hanno smesso di funzionare, in modo da renderli inoffensivi per il nostro pianeta.
Dragracer è il frutto di un accordo, firmato il 5 agosto, tra tre attori emergenti nel settore spaziale privato: TriSept Corp., società di gestione delle missioni con sede in Virginia, Rocket Lab, fornitore di servizi di lancio che recentemente ha investito in una base privata in Nuova Zelanda, e Millennium Space Systems, società sussidiaria di Boeing. Le tre aziende hanno annunciato che la missione partirà già all’inizio del 2020, e che in questo momento i partner stanno lavorando per ottenere le necessarie autorizzazioni dalle agenzie statunitense e neozelandese.
Dragracer sarà un satellite da 25 chilogrammi, progettato e costruito da Millennium, che dovrebbe essere lanciato su un vettore Electron di Rocket Lab verso un’orbita sincrona circolare di 400 chilometri. TriSept si occuperà dell’integrazione di Dragracer con il veicolo di lancio.
Una volta in orbita, il satellite Dragracer si dividerà in due payload. Il primo srotolerà il cosiddetto Terminator Tape, un nastro conduttivo progettato per produrre una resistenza sufficiente da abbassare l’orbita del satellite. L’altro payload sarà il carico vero e proprio, che in questo caso servirà per misurare in che modo il nastro Terminator aumenta la resistenza e accorcia la durata della vita in orbita del satellite. Il primo volo servirà anche a definire quanto dovranno essere grandi i nastri Terminator a seconda delle dimensioni dei vari veicoli spaziali.
Una volta rodato, il sistema Dragracer è potenzialmente adattabile a qualunque tipo di satellite, in modo da poterne deviare l’orbita al momento opportuno. “Con questa missione – commenta Mike Scardera, vice presidente del settore Advanced Concepts di Millennium – vogliamo fornire una soluzione economica ed efficace alla sfida dei detriti orbitali.”
La spazzatura cosmica è un problema serio per le agenzie spaziali di tutto il mondo. I dati aggiornati all’inizio del 2019 parlano di oltre 8400 tonnellate di detriti in orbita attorno al nostro pianeta, un numero destinato a crescere con l’aumentare del traffico spaziale.