Le stazioni sciistiche vicino Santiago del Cile fanno sempre più ricorso ai cannoni sparaneve a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento: fino a qualche decina d’anni fa in questa parte della Cordigliera delle Ande cadevano oltre 4 metri di neve, mentre in questa stagione ha nevicato solo 3 volte, e non si sono registrati accumuli oltre i 30 cm.
Nella catena montuosa la copertura di neve è scesa tra il 5% e il 10% ogni 10 anni nella zona centrale, spiega Raul Cordero, fisico dell’università di Santiago ed esperto in cambiamento climatico: “Non è solo l’estensione del manto nevoso che diminuisce, ma anche il suo spessore, il che significa probabilmente una riduzione molto più consistente della quantità di neve disponibile sulle Ande“, ha dichiarato ad AFP.
In parte della cordigliera, lo scioglimento delle nevi è anche conseguenza dell’inquinamento che proviene dalla capitale cilena, una delle più inquinate dell’America Latina: uno studio guidato da Cordero ha mostrato che la fuliggine o il nero di carbone presenti nell’aria si depositano sulle montagne e accelerano lo scioglimento delle nevi: le particelle assorbono più raggi solari e si riscaldano più velocemente.