Il matrimonio tra 5G e Tim procede a gonfie vele. Per la compagnia telefonica la nuova rete rappresenta un pilastro del proprio business e il Meeting di Rimini è l’occasione più ghiotta per accendere questa tecnologia e illustrarne le potenzialità attraverso esempi di applicazioni digitali e servizi per lo sviluppo digitale. Fino al 24 agosto, quindi solo per altri tre giorni, alla Hall Centrale della Fiera si potranno effettuare visite immersive da remoto in virtual reality a musei e luoghi storici di tutta Italia, grazie a speciali visori, con la possibilità di dialogare nello stesso ambiente virtuale con una guida turistica collegata a distanza.
Si potrà scoprire la Smart City Control Room di Tim, che rappresenta il “cervello” della futura smart city in cui sarà possibile visualizzare su schermo i dati raccolti tramite sensori connessi alla rete mobile, utili per una gestione intelligente del traffico, dei parcheggi, dell’illuminazione stradale, della raccolta dei rifiuti o del monitoraggio ambientale utilizzando i mezzi pubblici che si trasformano in questo modo in vere e proprie centraline di controllo della qualità dell’aria (Bus As a Sensor).
Tim ha già lanciato il 5G a Roma, Torino e Napoli ed entro l’anno lo renderà disponibile in altre sei città (Milano, Bologna, Verona, Firenze, Matera e Bari), 30 destinazioni turistiche, 50 distretti industriali, con 30 progetti specifici per le grandi imprese, con velocità fino a 2 Gigabit al secondo. Entro il 2021 saranno ben 120 le città coperte, 200 le destinazioni turistiche, 245 i distretti industriali e 200 i progetti specifici per le grandi imprese, con una velocità che aumenterà progressivamente fino a 10 Gbps. “Il 5G ha talmente tanto potenziale che ogni giorno scopriamo tante cose diverse e vari approcci, è difficile capire dove potrà arrivare”, aveva detto a fine giugno l’ad Luigi Gubitosi. “Sono i primi metri di una lunghissima maratona, è un mezzo potentissimo e bisogna capire come usarlo“.
L’investimento è stato importante (2,4 miliardi in totale), ma la rete porta ad una trasformazione tecnologica fino ad oggi inimmaginabile, con prestazioni 10 volte superiori a quelle attuali: maggiore velocità di download (almeno 10 volte superiore al 4G), minor latenza (10 volte inferiore), maggiore densità di dispositivi gestiti (fino a 10 volte), uso significativo dell’Internet of Things per connettere simultaneamente fino a 1 milione di device e sensori per Km2 con altissima qualità e affidabilità.
QUALI SONO LE REALI CONTROINDICAZIONI DEL 5G?
Da quando la nuova tecnologia 5G ha iniziato a prendere piede le notizie in merito alla sua nocività sulla salute degli esseri umani si sono susseguite uno dopo l’altra, accusando la nuova tecnologia di causare diverse patologie, primo fra tutte il cancro. Ma quanto c’è di vero? A quanto pare ben poco, anzi per gli esperti del settore si tratta di una delle solite ‘resistenze’ antiscientifiche che si presentano puntuali ogni volta che un’innovazione tecnologica promette di ‘cambiare il mondo’.
Sarà disinformazione, saranno teorie complottiste, ma ciò che è certo è che si tratta perlopiù di fake news, che in merito al 5G circolano da mesi, tanto da portare il Governo italiano – e non solo – ad intervenire sull’argomento per spiegare che la nuova tecnologia non è lesiva della saluta pubblica, o almeno non lo è né più né meno rispetto alle tecnologie tutt’ora in uso. Sul tema è intervenuta anche la FCC (Federal Communications Commission), ente statunitense che si occupa della certificazione dei dispositivi elettronici. L’ente ha preso in esame nel dettaglio la letteratura scientifica sul 5G ed è giunto alla conclusione che le sue emissioni di onde radio sono del tutto simili a quelle di 4G, 3G e 2G.
Gli studi citati nelle teorie del complotto sono solo due e hanno preso in esame 2448 animali, sui quali i risultati prodotti sull’insorgenza di patologie oncologiche non hanno prodotto evidenze significative, come hanno spiegato gli stessi ricercatori. Dunque nuove creature associative come “Stop 5G” sono utili solo a creare una sorta di ‘business al contrario’ e si basano su teorie non dimostrate scientificamente.