“Sì all’utilizzo delle protesi/reti (mesh) per il trattamento conservativo del prolasso. Questi dispositivi medici non devono essere banditi e, se usati correttamente, rappresentano un’opportunità positiva per le pazienti sottoposte a intervento chirurgico vaginale”. E’ quanto sostiene un documento ufficiale dal titolo “Statement Opinion sull’uso delle Mesh Sintetiche nella Chirurgia Riparativa Transvaginale del Prolasso Genitale Femminile” pubblicato dall’Associazione Italiana di Urologia Ginecologica (AIUG). La Società Scientifica prende così posizione su un argomento così controverso, che sta dividendo e facendo discutere la comunità scientifica nazionale e internazionale. “Abbiamo analizzato a fondo le più recenti posizioni, in merito alla questione, delle più autorevoli società e istituti scientifici a livello internazionale nel campo dell’uroginecologia – afferma Mauro Cervigni, Segretario Scientifico AIUG e Presidente della Commissione Scientifica che ha prodotto il documento -. Ci siamo inoltre basati sulla grande esperienza sul campo dei membri della commissione e sul confronto con la letteratura scientifica più recente. E’ stato così espresso un orientamento basato non su un’esclusione delle protesi ma su un loro corretto utilizzo. Siamo, infatti, convinti che questi dispositivi medici siano sicuri per le migliaia di pazienti che devono subire questo genere di trattamento chirurgico”. I contenuti del documento verranno presentati dettagliatamente durante l’evento organizzato da AIUG dal titolo “Mesh Implant – Future Visions” che si terrà a Firenze il prossimo 9 novembre. “Parleremo dell’attualità delle linee guida nel campo protesico e, a fornire il loro punto di vista sulla situazione, saranno invitati esponenti del Ministero della Salute e della Magistratura oltre che delle aziende del settore protesico, delle assicurazione, di Confindustria e dell’Università Bocconi” conclude Gian Luca Bracco, presidente nazionale dell’AIUG.