La Xylella ha trasformato il Salento: al posto degli uliveti, un paesaggio arido e desertico [VIDEO]

Quello che prima era un paesaggio verdeggiante, pieno di alberi rigogliosi, in pochi anni ha assunto prima un colore giallastro, segno degli effetti della Xylella, e poi un aspetto arido e desertico quando ha costretto agli espianti degli alberi
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Fino a qualche anno fa si parlava di Xylella a macchia di leopardo nel Salento. Adesso, invece, lo scenario è uniforme in tutta la provincia di Lecce. Ma in questo tratto che percorro giornalmente, lo scenario è cambiato nelle ultime 48 ore, con l’avvio degli abbattimenti degli ulivi ormai da tempo defogliati a causa della Xylella”, afferma l’agronomo Antonio Polimeno, autore del video che trovate in fondo all’articolo. Le immagini, riprese tra Ruffano e Montesano, in provincia di Lecce, mostrano uno scenario apocalittico a causa della Xylella, il batterio che sta decimando gli ulivi del Salento.

Quello che prima era un paesaggio verdeggiante, pieno di alberi rigogliosi, in pochi anni ha assunto un colore giallastro, segno inequivocabile degli effetti della Xylella sulle piante, dove vive e si riproduce all’interno dell’apparato conduttore della linfa grezza. Quel paesaggio decadente si è poi trasformato in uno dall’aspetto desertico dopo la rimozione degli alberi ormai caduti vittima del batterio. Una distesa arida, disseminata di radici e pezzi di legno, le uniche parti degli ulivi rimaste ancora lì in attesa di essere rimosse da un’azienda che ha dovuto eliminare tutti gli alberi colpiti dal batterio ormai 5 anni fa. Immagini davvero impressionanti.

AFP/LaPresse

Intanto, venerdì 10 agosto alle ore 10, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, presso la Prefettura di Lecce incontrerà gli agricoltori, gli olivicoltori, i presidenti di Regione e Provincia, per fare il punto sulle risorse finanziarie stanziate per la Xylella e sulle soluzioni previste per il reimpianto degli alberi. “Nel quadro di un percorso di informazione e di confronto sulla Xylella che sto portando avanti – spiega il ministro Lezzi – esporrò il decreto attuativo che riguarda i 300 milioni per il contrasto della Xylella che ho stanziato per il 2020 e 2021, e predisposto insieme al sottosegretario all’Agricoltura Alessandra Pesce. Una somma ingente che va ad aggiungersi ai 30 milioni per quest’anno che sono già in fase di erogazione“. L’obiettivo primario, conclude il ministro, “sarà dare una risposta concreta agli operatori, piccoli e grandi, del comparto olivicolo che si trovano costretti ad eradicare gli ulivi. Attraverso una semplificazione delle procedure, intendiamo superare anche le difficoltà sul reimpianto legate ad un vulnus nel Decreto emergenze agricoltura“.

AFP/LaPresse

Al ministro Lezzi ribadiremo l’importanza che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive vadano agli agricoltori e ai frantoiani e che vengano monitorati i percorsi di assegnazione di 150 milioni per il 2020 e di 150 per il 2021“. È la richiesta che il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia rivolgerà al ministro Barbara Lezzi in occasione del vertice in prefettura. “La Xylella fastidiosa ha minato profondamente l’intero tessuto produttivo olivicolo e oleario del Salento con una perdita progressiva della produzione lorda vendibile – aggiunge Muraglia – con gli agricoltori che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre e i frantoi cooperativi, aziendali e industriali che stanno fermando gli impianti con l’equivalente crollo del fatturato e la riduzione del personale impiegato del 90 per cento, oltre al danno stimato per difetto al patrimonio olivetato di 1,2 miliardi di euro, mentre fioccano le multe dei Forestali per ogni minima inadempienza”. “Serve un cambio di passo, serve determinazione e responsabilità per non distruggere definitivamente la fabbrica green Italiana che produce oltre il 50% dell’olio made in Italy. È arrivata l’ora che le Istituzioni riescano a trovare la quadra, con misure precise e definitive, mentre il mondo olivicolo in Salento vive in uno stato di confusione, sconforto, disperazione e abbandono”, conclude Muraglia.

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