Copernicus è il principale programma di osservazione terrestre dell’Unione Europea che osserva ed esamina il nostro pianeta e l’ambiente a favore dei cittadini. Copernicus “fornisce informazioni autorevoli sul clima del passato, del presente e del futuro, così come strumenti per permettere strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”, si legge sul suo sito. Il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF) è stato incaricato dall’UE per operare il Copernicus Atmosphere Monitoring Service e il Copernicus Climate Change Service (C3S). Il Centro Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC) è stato incaricato dall’ECMWF per sviluppare un servizio sui cambiamenti climatici che supporti la riduzione del rischio disastri (DRR) in Europa. Il servizio sfrutta i dati del Copernicus C3S e genera le conoscenze richieste per valutare i rischi di eventi meteo estremi ed eventi legati al clima.
Nel corso di un webinar, esperti delle varie parti coinvolte hanno presentato il servizio.
Carlo Buontempo, Manager Sectoral Information System Copernicus C3S (ECMWF), ha spiegato che il Climate Data Store (CDS) è al centro del C3S e offre dati sul clima che permettono lo sviluppo di applicazioni e servizi su misura su una piattaforma cloud. Le informazioni sul clima saranno disponibili gratuitamente per gli utenti. La componente del Sectoral Information System (SIS) del C3S trasforma i dati del clima contenuti nel CDS e li adatta alle richieste degli utenti, con particolare attenzione agli intermediari e ai decisori politici.
Paola Mercogliano (CMCC), responsabile del progetto, ha offerto una descrizione generale e l’obiettivo del servizio. Per sviluppare un servizio sui cambiamenti climatici che supporti la riduzione del rischio di disastri in Europa, verrà sviluppato un catalogo degli eventi meteorologici ad alto impatto nelle “città pilota” europee e verrà combinato con le registrazioni dei danni e delle perdite derivanti dagli archivi pubblici dell’Europa e con i dati climatici storici ad altissima risoluzione. Verranno utilizzati dei casi studio sulle alluvioni per dimostrare il valore del servizio per le valutazioni del rischio complessivo di alluvioni nelle aree urbane.
L’integrazione dei dati climatici è il principale obiettivo per sviluppare una forte connessione tra i dati già disponibili e i dati prodotti ad hoc per migliorare la risoluzione spaziale e temporale dei dati sulle precipitazioni attualmente disponibili. “In particolare, in 20 città europee saranno disponibili anche set di dati storici ad altissima risoluzione. La lista delle città sarà definita all’interno delle attività dell’utente. Queste città saranno selezionate tra le più città più vulnerabili in Europa. Ci sono due principali tipologie di prodotti che saranno disponibili a livello europeo. Uno saranno gli indici di meteo estremo (EWI), un tipo di indici meteorologici che saranno calcolati per caratterizzare le principali caratteristiche dei modelli di precipitazione a scala europea. Il secondo saranno mappe con l’intensità degli eventi di precipitazioni estreme”, ha spiegato Mercagliano.
Verrà sviluppato anche un servizio di portale web da integrare nel portale web Copernicus. “Questo permetterà agli utenti di accedere e scaricare dati e documenti, di accedere, elaborare e visualizzare eventi estremi contenuti nel catalogo e di impostare/cambiare i valori di alcuni parametri”, ha aggiunto l’esperta.
Infine, Claire Jacobs (WENR) ha spiegato che il servizio sarà sviluppato in stretta interazione con gli utenti. Gli utenti chiave rappresenteranno la prospettiva degli utenti e porteranno nuove richieste per definire ulteriormente il servizio. Gli utenti includeranno professionisti della riduzione del rischio di disastri, fondazioni, associazioni non profit, organizzazioni umanitarie, aziende e governi. Il coinvolgimento degli utenti comporterà una serie di webinar, seminari, lavori di gruppo e interviste, che porteranno ad una lista prioritaria di indicatori per il servizio e casi studio comunemente selezionati.