Cancro al seno, come eseguire una corretta autopalpazione per controllare la presenza di noduli

L'autopalpazione è uno degli strumenti a disposizione delle donne per "fare una diagnosi da sè". Ecco in che modo si può mettere in pratica correttamente
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Spesso ci si chiede come capire, da sé (anche se è sempre consigliata una visita da uno specialista in materia), se sono presenti dei noduli al seno e, quindi, scoprire di avere un tumore (benigno o maligno). Una delle forme più utili è l’autopalpazione, che è un vero e proprio “strumento” per notare dei cambiamenti tattili sotto il tessuto mammario, oppure anche alla vista, tramite ispessimenti, perdite di sangue, contorni dei capezzoli e così via. Ma come si può mettere in pratica un’autopalpazione corretta?

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Bisogna mettersi di fronte ad uno specchio, in posizione eretta, sia frontalmente che lateralmente e squadrare i propri seni sia con le braccia lungo i fianchi che con le braccia alzate. Dunque, dopo aver messo un braccio sopra la testa, con l’altra mano, in particolar modo con indice, medio e anulare, si tocca il seno, esplorandolo, compiendo movimenti prima circolati e poi lineari, dai bordi al centro e dall’alto verso il basso. Con la stessa metodologia, si esplora anche l’altro seno. Gli esperti consigliano di auto-palpeggiarsi dai 25 anni per una volta ogni 30/31 giorni poco dopo ogni ciclo mestruale.

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