“La nomina di un rappresentante italiano all’agricoltura nella Commissione guidata da Ursula von der Leyen è un obiettivo strategico per l’Italia che è il primo Paese dell’Unione per valore aggiunto agricolo ma anche per qualità e sostenibilità delle produzioni”: è quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al nuovo Governo guidato dal premier Giuseppe Conte. “L’agroalimentare nazionale – ricorda Prandini – vale il 12% del Pil e offre lavoro a 1,3 milioni di addetti, ma è soprattutto un elemento di traino per l’intera economia anche all’estero dove rappresenta il vero simbolo del Made in Italy con 41,8 miliardi di euro di esportazioni, aumentate del 47,8% dal 2008 nonostante la recessione. Un Commissario italiano peraltro occuperebbe un posto chiave nelle politiche europee con l’agricoltura che è settore più integrato dell’Unione e per questo rappresenta la voce più importante del bilancio comunitario ma – continua Prandini – è anche strategica nelle relazioni commerciali internazionali come dimostrano l’embargo russo che riguarda solo prodotti alimentari o la minaccia di dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che colpirebbero principalmente cibo e bevande. E’ dal 1972 con Carlo Scarascia Mugnozza, nella Commissione Mansholt, che l’Italia non ha un proprio rappresentante all’agricoltura nell’ambito della Commissione europea a conferma della disattenzione nei confronti del settore degli ultimi decenni, nonostante la grande rivoluzione che è avvenuta nell’agricoltura nazionale che – conclude Prandini – è diventata la più green d’Europa con l’Italia che è l’unico Paese al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 70mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare.”