“Non solo guerra con la Cina, è allarme per i risultati dell’arbitrato del Wto sulla decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di mettere dazi ai prodotti europei, che rischia di colpire pesantemente importanti settori del Made in Italy, dall’alimentare alla moda“: a denunciarlo è la Coldiretti nel sottolineare che con il via libera atteso nei prossimi giorni il Governo americano potrà pubblicare sul Federal Register la lista di prodotti cui andrà ad applicare i dazi e la percentuale per ciascuna categoria, nell’ambito della disputa al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus.
“Dopo che il WTO ha informalmente notificato a UE e USA una bozza di decisione a favore degli USA che darebbe il via libera agli Stati uniti all’imposizione di dazi su prodotti europei, la Commissione Europea ha presentato le opportune controdeduzioni. Secondo indiscrezioni a fronte di una lista USA di prodotti da sottoporre a dazio per un valore totale di 21 miliardi di dollari, la sentenza del WTO potrebbe “autorizzare” dazi per un importo compreso tra 5 e 10 miliardi di dollari nei confronti dei prodotti europei.
Sulla base della black list già pubblicata sul registro Federale Usa ad essere maggiormente colpiti potrebbero essere nell’ordine la Francia, l’Italia e la Germania e a pagare il conto più salato per il Belpaese sarebbe il Made in Italy agroalimentare con – spiega la Coldiretti – formaggi, vini, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, ma anche la moda.
Una mossa – denuncia la Coldiretti – sostenuta soprattutto dalla lobby dell’industria casearia Usa (CCFN) che ha addirittura scritto al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni dal Wisconsin alla California fino allo Stato di New York.
Un rischio grave per l’industria casearia nazionale, a partire da Parmigiano e Grana, che nei primi sei mesi del 2019 – conclude la Coldiretti – ha messo a segno un aumento del 7% nelle esportazioni a livello globale.”