Dazi, Coldiretti: lo sconto della Cina sulla soia salva Trump dai farmers

"La soia – spiega la Coldiretti – è uno dei prodotti più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento"
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La decisione della Cina di esentare soia e carne suina Usa dall’aumento dei dazi salva il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dalla collera dei farmers americani che sono i maggiori esportatori mondiali del prezioso mangime“: è quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’aggiunta, da parte di Pechino, tra i prodotti Made in Usa che verranno esentati dalle tariffe di alcuni beni agricoli, tra cui i semi di soia e la carne suina. “Si tratta dei prodotti simbolo delle esportazioni agricole statunitensi in Cina che per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti è – sottolinea la Coldiretti – il principale acquirente mondiale della soia. Un equilibrio messo a rischio dalla guerra dei dazi. La soia – continua la Coldiretti – è uno dei prodotti più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti. La decisione cinese aiuta i farmers americani dopo l’avvio del piano da 16 miliardi di dollari predisposto dal governo Usa per sostenere gli agricoltori colpiti proprio dagli effetti della guerra dei dazi con la Cina che – precisa la Coldiretti – rischia di minare il consenso del presidente Donald Trump nelle campagne. La decisione interessa l’Unione Europea che – continua la Coldiretti – è il secondo importatore al mondo di soia ed ha praticamente raddoppiato le importazioni di semi di soia statunitensi dal luglio 2018 al giugno 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con gli Stati Uniti, oggi il maggiore fornitore di semi di soia del Vecchio Continente, per effetto dell’accordo raggiunto tra il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente americano Donald Trump per scongiurare la guerra dei dazi tra storici alleati. Il problema – conclude la Coldiretti – coinvolge direttamente l’Italia che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata e un raccolto pari a tre volte quella del secondo paese che è la Francia.”

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