Le coppie che stanno progettando di avere un bambino possono verificare, sin da prima del concepimento, se esistono rischi di trasmissione di malattie genetiche ai propri figli sottoponendosi a un test genetico preconcepimento. Alcune malattie genetiche sono recessive, ovvero si manifestano quando viene ereditata doppia copia del gene mutato, e possono essere anche rare, poiché il loro tasso d’incidenza nella popolazione è molto basso.
I disturbi congeniti della glicosilazione (CDG) sono un gruppo di patologie autosomiche recessive caratterizzate dalla presenza di difetti nella sintesi delle proteine legate agli zuccheri (glicoproteine). I CDG appartengono all’insieme delle malattie rare che sono trasmesse per via ereditaria: il tasso d’incidenza dei CDG è circa di una persona malata ogni 50.000-100.0001.
La causa dell’insorgenza dei disturbi congeniti della glicosilazione è la mutazione di geni produttori di enzimi coinvolti in processi chiave del metabolismo. Tra i CDG, la forma che si manifesta con maggiore frequenza è la CDG1a (70% dei casi), la quale ha origine da un’alterazione del gene PMM2, responsabile della codifica della fosfomannomutasi, una proteina i cui livelli diminuiscono in presenza della mutazione1. I malati di CDG1a hanno quadri clinici che si discostano molto l’uno dall’altro: alcuni sviluppano una forma sistemica severa che spesso conduce alla morte del paziente, mentre altri hanno una forma più lieve2.
Le forme di CDG possono comparire sia nei primi anni di vita, sia nell’età adulta. I sintomi tipici e più diffusi sono: diarrea, vomito, problemi visivi, neuro-motori, psico-motori, ritardo nello sviluppo, attacchi ischemici simili all’ictus, retinite pigmentosa2,3. Più comunemente è possibile notare un ritardo psicomotorio, specialmente durante l’infanzia, mentre nei casi più gravi, il soggetto manifesta idrope fetale, ossia deposito di fluido o edema, alla nascita. Le statistiche evidenziano che 20 bimbi su 100 nati con un CDG non arrivano a compiere 12 mesi di vita, a causa delle complicazioni a carico del funzionamento di organi vitali4.
Per avere una diagnosi di CDG, occorre sottoporsi a un’analisi elettroforetica della transferrina sierica, che serve a verificare la presenza di anomalie nella glicosilazione delle glicoproteine nel sangue. Questo esame è generico, non specifico, perciò non si può conoscere l’esatta tipologia di CDG di cui soffre il paziente. Tuttavia è possibile approfondire il risultato mediante un esame genetico, al fine di rilevare alterazioni4.
Alcune tipologie di disturbi congeniti della glicosilazione sono trattate con terapie specifiche, con l’obiettivo di porre rimedio a parte dei danni provocati da una glicosilazione proteica difettosa. Invece, per la CDG1a questi trattamenti non hanno effetto e l’unica opzione attualmente disponibile consiste nell’attenuazione della sintomatologia5.
Il numero di malattie di tipo genetico ereditabili è davvero elevato, e ciò dovrebbe spingere le coppie che stanno programmando una gravidanza a riflettere sulla possibilità di eseguire un test genetico preconcepimento. Il test preconcepimento Igea consente di rilevare le alterazioni genetiche della coppia e il rischio di trasmissione di eventuali malattie genetiche recessive (come la CDG1a) ai figli.
Per maggiori informazioni: www.sorgentegenetica.it
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Fonti:
- https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?lng=IT&Expert=137
- https://www.osservatoriomalattierare.it/ricerca-scientifica/9604-carenza-di-fosfomannomutasi-l-efficacia-della-scala-icars-nella-valutazione-delle-alterazioni-del-cervelletto
- https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=79318
- https://rarediseases.info.nih.gov/diseases/9826/pmm2-cdg-cdg-ia
- http://www.telethon.it/ricerca-progetti/malattie-trattate/glicosilazione-disturbi-congeniti-della