Il ministro dell’ambiente del Canada, Catherine McKenna, è una delle personalità più impegnate in ambito istituzionale del settore. Proprio di recente (sabato scorso), l’esponente del governo Trudeau è stata messa sotto scorta, ufficializzando la misura, rarissima in Canada, a causa dell’ondata di disprezzo e offese che l’ha invasa sia sui social che nella vita reale. Ma qual è la colpa che tanto affligge la coscienza del ministro dell’Ambiente del Canada? L’aver preso la responsabilità di prefissare al proprio paese un obiettivo di riduzione di emissioni di Co2 del 30% da raggiungere non oltre il 2030.

“Il rumoroso sessismo e i commenti carichi di odio che colpiscono le persone che lavorano sui cambiamenti climatici sono inaccettabili”
Ha affermato il ministro, che nei mesi scorsi ha dovuto sorbire un’escalation di improperi e minacce. Uno dei racconti più agghiaccianti riguarda un avvenimento recente, che, spiega, l’ha vista aggredita verbalmente da un passante in auto, mentre era in fila per il cinema con i suoi figli. La lotta al riscaldamemto globale è uno degli obiettivi delle prossime elezioni, previste per ottobre in Canada. All’orizzonte, si suppone un testa a testa tra i due principali partiti politici, con opinioni diametralmente contrapposte riguardo il problema del climate change: Il liberale Trudeau, il cui scopo è ottenere un secondo mandato, ha puntato particolarmente sulla questione anche se con molte contraddizioni a riguardo dell’azione di governo. Al contrario, il conservatore Andrew Scheer ha già annunciato di eliminare la carbon tax in caso di elezione.