Due frequenti domande sul riscaldamento globale e gli uragani sono le seguenti: quali cambiamenti nell’attività degli uragani sono previsti per la fine del XXI secolo, considerati gli scenari di riscaldamento globale dei modelli dell’IPCC? L’uomo ha già causato un aumento rilevabile nell’attività degli uragani atlantici o nell’attività globale dei cicloni tropicali? Secondo l’IPCC AR5, la maggior parte del riscaldamento globale osservato negli ultimi 50 anni è molto probabilmente dovuto alle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana. Ma cosa significa per l’attività degli uragani? Il Geophysical Fluid Dynamics Laboratory della NOAA ha risposto a queste domande, affermando quanto segue:
- L’aumento del livello del mare, che molto probabilmente ha un notevole contributo umano all’aumento medio globale osservato secondo l’IPCC AR5, dovrebbe causare livelli di inondazioni costiere più alti per i cicloni tropicali.
- I tassi di precipitazione dei cicloni tropicali probabilmente aumenteranno in futuro a causa del riscaldamento antropogenico e dell’aumento del contenuto di umidità atmosferica. Gli studi prevedono in media un aumento nell’ordine del 10-15% per i tassi di precipitazione all’interno di circa 100km dalla tempesta per uno scenario di riscaldamento di 2°C.
- Le intensità dei cicloni tropicali probabilmente aumenteranno globalmente in media dell’1-10% secondo le proiezioni dei modelli per un riscaldamento globale di 2°C. Questo cambiamento implicherebbe un aumento percentuale ancora più grande nel potenziale distruttivo delle tempeste, presumendo che non ci sia una riduzione nelle dimensioni delle tempeste. Le reazioni delle dimensioni delle tempeste al riscaldamento antropogenico sono incerte.
- La proporzione globale dei cicloni tropicali che raggiungono livelli molto intensi (categoria 4 e 5) probabilmente aumenterà a causa del riscaldamento antropogenico nel corso del XXI secolo. C’è poca confidenza nelle proiezioni future sul numero globale di tempeste di categoria 4 e 5, poiché la maggior parte degli studi sui modelli proietta una riduzione o un piccolo cambiamento nella frequenza globale di tutti i cicloni tropicali combinati.
- In termini di rilevamento e attribuzione, si sa molto meno sui cambiamenti dell’attività di uragani e cicloni tropicali, rispetto alla temperatura globale. Nel bacino del Pacifico nordoccidentale, ci sono prove emergenti di uno spostamento rilevabile nella latitudine della massima intensità dei cicloni tropicali, con un incerto collegamento al riscaldamento antropogenico. Nell’Atlantico, è prematuro concludere con alta confidenza che le attività umane – e in particolare le emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale – abbiano già avuto un rilevabile impatto sull’attività degli uragani. Le attività umane potrebbero aver causato altri cambiamenti nell’attività dei cicloni tropicali che non sono ancora rilevabili a causa della piccola entità di questi cambiamenti rispetto alla variabilità naturale stimata o alle limitazioni osservative.
Uragani atlantici e Global Warming
In sintesi, né i modelli di proiezioni della NOAA per il XXI secolo né le sue analisi delle tendenze per l’attività degli uragani atlantici e delle tempeste tropicali supportano l’idea che il riscaldamento indotto dai gas serra porti a grandi aumenti nei numeri delle tempeste tropicali o degli uragani nell’Atlantico. Anche se uno dei nostri studi sui modelli proietta un grande aumento (quasi del 100%) degli uragani atlantici di categoria 4 e 5 nel corso del XXI secolo, la NOAA stima che tale aumento non sarebbe rilevabile fino alla seconda metà del secolo. La NOAA afferma, inoltre, che la confidenza sul fatto che questo aumento si verifichi nel bacino atlantico è bassa.
La NOAA conclude anche che è probabile che il riscaldamento globale faccia sì che nel prossimo secolo, gli uragani atlantici abbiano tassi di precipitazione maggiori rispetto agli uragani attuali, mentre la confidenza è media sul fatto che saranno più intensi (con venti massimi più alti e pressione centrale più bassa). Secondo l’organizzazione, è incerto quanto cambierà il numero annuale delle tempeste tropicali atlantiche nel corso del XXI secolo. A parità di altre circostanze, i livelli di inondazione costiera associati ai cicloni tropicali dovrebbero aumentare con l’aumento del livello del mare, come proiettato dall’IPCC AR5.
Attività globale dei cicloni tropicali e riscaldamento del clima
Un’altra importante domanda riguarda la possibilità che il riscaldamento globale abbia influenzato o influenzerà sostanzialmente l’attività dei cicloni tropicali negli altri bacini. Sulla base dei risultati pubblicati da parte della NOAA e anche di quelli di altri gruppi, l’organizzazione conclude che a scala globale: è probabile un futuro aumento dei tassi di precipitazione dei cicloni tropicali; è probabile un aumento dell’intensità dei cicloni tropicali; è più probabile un aumento dei cicloni tropicali molto intensi (categoria 4 e 5); c’è una confidenza media in una riduzione della frequenza dei cicloni tropicali più deboli.
Gli studi esistenti suggeriscono un aumento della velocità del vento dei cicloni tropicali di circa l’1-10% e un aumento dei tassi di precipitazione di un ciclone tropicale di circa il 10-15% per un moderato scenario di riscaldamento globale (2°C). La NOAA precisa che questi cambiamenti a grande scala non sono necessariamente previsti in tutti i bacini dei cicloni tropicali. Per esempio, uno studio della NOAA del 2015 proietta un aumento nella frequenza delle tempeste tropicali nel Pacifico nordorientale e vicino alle Hawaii, e una riduzione dei giorni con tempeste di categoria 4-5 su gran parte dei bacini dell’emisfero meridionale e su parti del Pacifico nordoccidentale. Queste differenze nelle reazioni tra i bacini sembrano essere collegate all’entità dell’aumento delle temperature superficiali del mare in una data regione rispetto all’aumento medio tropicale delle temperature superficiali del mare. I bacini che si riscaldano più della media tropicale tendono a mostrare aumenti maggiori nell’attività dei cicloni tropicali.