Uno studio dello University College of Cork (Irlanda) si è focalizzato sui meccanismi che rendono l’intestino il ‘secondo cervello‘: è noto da tempo il ruolo esercitato da questo organo e dal microbiota, l’insieme di batteri ‘buoni’ che vivono in maniera simbiotica con l’uomo al suo interno, nel regolare l’umore dell’individuo e aggravare disturbi come ansia e depressione, ma non era chiaro come questi microrganismi potessero svolgere questa azione.
I ricercatori hanno scoperto che il microbiota agisce sull’intestino favorendo o contrastando la produzione di alcune sostanze, i peptidi, che, secreti dalle sue pareti, entrano nel circolo sanguigno e arrivano al cervello, condizionando l’umore dell’individuo.
L’esistenza di questo meccanismo apre la strada a nuovi trattamenti con ‘psicobiotici’, particolari probiotici che, modificando il microbiota, possono essere un valido aiuto nel combattere disturbi dell’umore come ansia e depressione.
L’influenza dei probiotici e del microbiota su ansia e depressione è solo uno dei temi che saranno affrontati a Torino il 14 settembre nel corso del convegno ‘The human brain seen from multiple perspectives‘ organizzato dall’istituto di ricerca Quantitative and Quantum Dynamics of Living Organisms – Center for Medicine, Mathematics and Philosophy Studies, con il patrocinio della Società italiana di biologia sperimentale e del Politecnico di Torino. In questa occasione esperti internazionali si confronteranno su rapporto intestino-cervello, architettura e geografia del cervello, coscienza e comportamento, farmaci psicotropi, stress e reti neurali. Il convegno si tiene dalle 8.30 alle 16 al palazzo del Rettorato (Aula Magna), in via Verdi 8.
La comunicazione tra cervello e intestino è bidirezionale: l’apparato digerente può trasmettere diverse sensazioni al sistema nervoso, come nausea, fame o dolore, e questo ultimo a sua volta può influenzarne la funzionalità come accade, per esempio, in situazioni di stress che portano dispepsia o sindrome del colon irritabile. Questa comunicazione avviene attraverso segnali nervosi, immunologici e anche ormonali. In questo ultimo caso si tratta della produzione da parte di particolari cellule della parete intestinale, le cellule enteroendocrine, di peptidi, catene di aminoacidi, che il corpo umano usa come messaggeri tra intestino e cervello. Le cellule enteroendocrine rilasciano peptidi quando entrano in contatto con il cibo e sono influenzate a produrle dal microbiota, che è coinvolto nel processo di digestione.