L’India si prepara a diventare il quarto Paese a portare un suo veicolo sul suolo lunare, dopo Stati Uniti, ex Unione Sovietica e Cina. L’impresa è affidata alla missione Chandrayaan 2, da 142 milioni di dollari. Lanciata il 22 luglio, a ridosso delle celebrazioni per i 50 anni del primo uomo sulla Luna, la sonda è il principale biglietto da visita di un’agenzia spaziale indiana (Isro, Indian Space Research Organisation) seriamente intenzionata a portare un uomo sulla Luna nel 2022, ossia due anni prima rispetto a quanto gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler fare con il programma Artemis.
L’India è col fiato sospeso perché nella sua storia spaziale non ha mai affrontato una manovra così complessa, ma è un rischio che vale la pena correre, considerata la posta in gioco. La missione Chandrayaan2 potrebbe, infatti, diventare la quarta a posarsi sulla Luna dopo il sovietico Luna 1, che aveva toccato il suolo lunare nel 1959, l’americano Ranger 4 che lo aveva fatto nel 1962 e la missione cinese Chang’e 3, arrivata sulla Luna nel 2013. Dopo la separazione del lander Vikram dalla sonda, avvenuta il 2 settembre, nell’orbita lunare sono state eseguite quattro manovre per avvicinare il modulo di atterraggio alla superficie lunare in vista della discesa.
Chiamato come il padre del programma di ricerca spaziale indiano Vikram A Sarabhai, il lander porta con sé il rover Pragyan, dalla parola in sanscrito che significa “saggezza”, destinato a esplorare la zona intorno al sito dell’allunaggio per 14 giorni terrestri, che corrispondono a circa la metà di un giorno lunare. La manovra decisiva per la discesa sul suolo lunare è prevista fra le 21,30 e le 22,30 (ora italiana). Mezz’ora più tardi, tra le 22,00 e le 23,00, il lander dovrebbe posarsi in una zona pianeggiante e priva di crateri vicina al Polo Sud della Luna, mai visitata finora da nessuna missione. Ad aiutarlo ci sono gli otto strumenti di bordo, fra i quali tre telecamere, due altimetri e un altimetro laser il cui compito è analizzare le caratteristiche della superficie. La sonda Chandrayaan resterà in orbita, dove proseguirà la sua missione per un anno e i suoi strumenti continueranno a raccogliere immagini ad alta risoluzione del suolo lunare in cerca di tracce di ghiaccio d’acqua.
Chandrayaan 2: tre veicoli in uno, come in una matrioska
La missione Chandrayaan 2 arriva al traguardo a 11 anni dalla missione che l’ha preceduta, la Chandrayaan 1 che nel 2008 divenne celebre per essere riuscita a scovare l’acqua della Luna, imprigionata nelle sue rocce. Lo aveva fatto dall’orbita lunare, mentre adesso Chandrayaan 2 si prepara a toccare il suolo. Il nome della missione deriva dal termine “Chandra” che significa “Luna” e “yaan”, che sta per “viaggio” e, come una matrioska, Chandrayaan 2 ha viaggiato verso la Luna con tre veicoli: il primo è l’orbiter arrivato nell’orbita lunare all’inizio di agosto; il secondo è il lander chiamato Vikram; il terzo è il rover Pragyan. Immediatamente dopo l’allunaggio, le telecamere, gli spettometri e i radar a bordo del rover andranno in cerca di ghiaccio d’acqua e di molecole che contengono le firme molecolari di ossigeno e idrogeno. Uno degli esperimenti a bordo del lander è inoltre progettato per misurare le caratteristiche termiche della superficie lunare. Tanti gli obiettivi scientifici della missione, destinata a raccogliere dati sui minerali e gli elementi presenti nel suolo lunare, a registrare l’eventuale attività sismica della Luna.