Sembrava promettente il piano green del governo anticipato nei giorni scorsi da Il Sole 24 ore. Ambiente più protetto e lotta ai cambiamenti climatici erano i principali pilastri sui quali doveva fondarsi il decreto, ma siamo in Italia e le cose non vanno mai come potrebbero e dovrebbero andare: il dl messo a punto dal ministro dell’ambiente Sergio Costa non è stato discusso dal consiglio dei ministri, come previsto per ieri giovedì 19 settembre. Punti interrogativi ancora da risolvere – tra cui quello enorme delle coperture – e malumori da parte degli altri membri del governo, hanno fatto sì che il dl clima finisse per ora in un nulla di fatto.
L’emergenza climatica è il più grande problema mondiale, come emerge chiaramente dai temi in agenda al prossimo summit dell’Onu. E in Italia che si fa? Viene bloccato il decreto clima, contenente delle misure minime per portare l’Italia in una posizione accettabile rispetto al contrasto dei cambiamenti climatici. In queste ore è in corso un confronto nel governo, ma si rischia lo slittamento del provvedimento a causa di alcune resistenze culturali. È inaccettabile. Bisogna approvare il decreto prima possibile, inserendo misure coraggiose, senza alcuna timidezza. Anzi questo provvedimento deve rappresentare solo un punto di partenza per rendere il nostro Paese un modello sulle politiche ambientali. Perché la politica deve dare risposte serie alle nuove generazioni, che stanno portando avanti la loro mobilitazione chiedendo alle Istituzioni di garantirgli un futuro”.
Così, in una nota, Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, in merito allo stop al decreto.