“L’Ue deplora la decisione degli Usa di imporre dazi ulteriori sulle esportazioni europee, ciò andrà a nuocere le imprese americane e complicherà i negoziati“. E’ quanto dichiarato da un portavoce della Commissione europea in merito al via libera della Wto ai dazi come risposta agli aiuti pubblici illegali ad Airbus. Dunque, “l’Ue ha il diritto di imporre contromisure agli Usa. La lista preliminare dei prodotti – ha aggiunto – è stata pubblicata ad aprile“.
L’Unione europea, dunque, non sta a guardare e prepara le contromosse. Alcuni prodotti simbolo del “made in Usa”, dal pesce atlantico ai vini della California, dalle noccioline ai blu jeans, potrebbero finire nel mirino di eventuali sanzioni da parte del vecchio continente.
La risposta di Bruxelles alla scure a stelle e strisce è dunque chiara: la Commissione europea ha avvisato Washington e ha annunciato che sta preparando la sua risposta, auspicando però che si possa evitare di innescare una guerra commerciale. “L’Ue deplora la decisione degli Usa“, ha spiegato Daniel Rosario, portavoce dell’esecutivo comunitario, precisando che ciò “nuocerà ai consumatori e alle aziende statunitensi e renderà più complicati gli sforzi verso un accordo negoziato“. Ma Rosario ha anche avvertito l’amministrazione Trump che l’Ue non intende restare a guardare: “Se gli Stati Uniti impongono penalizzazioni sui prodotti europei, ciò spingerà l’Ue in una situazione in cui dovremo fare lo stesso“.
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Rosario ha ricordato che un elenco preliminare di prodotti statunitensi da prendere in considerazione è già stato “pubblicato lo scorso aprile“. Si tratta di una lista di almeno 11 pagine che contiene prodotti americani che potrebbero essere colpiti. Si va infatti dalle noccioline ai chewing gum, dal tabacco al rum. Dall’altra parte, invece, la lista americana, colpirà le eccellenze europee, dal whiskey scozzese ai vini francesi, dalle olive al Parmigiano italiano.
In questa guerra commerciale, temiamo che a rimetterci saranno solo ed unicamente i consumatori, che vedranno con molta probabilità aumentare il prezzo al dettaglio di beni di consumo primario e capi d’abbigliamento. Speriamo che il conflitto non deflagri in qualcosa di peggio e che la diplomazia riesca a fare la propria parte nel calmare gli animi e riportare i mercati alla ragionevolezza.