Un morto, due dispersi, piu’ di 100 mila persone evacuate, quasi un milione rimasti senza energia elettrica, decine di case distrutte, due autostrade invase dal fuoco e quasi 2000 ettari di terreno interessati. E’ il bilancio, che si aggrava di ora in ora, dell’incendio battezzato Saddleridge Fire, scoppiato giovedi’ sera alle porte di Los Angeles, in California. Alimentato dai venti caldi e dal suolo asciutto, l’incendio e’ scoppiato durante la notte a nord della metropoli, nella zona di Sandalwood, dove adesso sono impegnati piu’ di mille vigili del fuoco. Mentre migliaia di persone rimangono senza luce elettrica in tutto la California perche’ le autorita’ vogliono in tal modo prevenire il rischio di incendi boschivi come quelli che seminarono morte e ditruzione nel 2015, la preoccupazione delle autorita’ si concentra adesso sul nord di Los Angeles. L’incendio sarebbe scoppiato da un cumulo di rifiuti andati in fiamme che, con l’aiuto del venti, si sono propagati alla vegetazione, allargandosi in modo rapido. La vittima, un uomo di 50 anni, e’ deceduto per arresto cardiaco mentre parlava al telefono con i pompieri e le fiamme minacciavano la sua casa. Secondo le autorita’ locali, l’incendio ha gia’ distrutto almeno 25 abitazioni e oltre 100.000 case sono minacciate in un quartiere nella contea di Ventura. E l’allarme rosso e’ scattato fino a domani in tutta la California del Sud, dalla contea di Santa Clarita a Ventura e San Fernando, a causa della presenza dei cosiddetti Venti di Santa Ana, che propagano le fiamme. La bassa umidita’ e’ un altro fattore che aumenta il rischio. Per precauzione sono state chiuse anche diverse scuole e strade, tra le quali l’autostrada 5, che attraversa lo Stato da Nord a Sud. Anche perche’ i venti, che soffiano tra i 32 e i 48 km/h, rimarranno, secondo il National Meteorological Service, fino a venerdi’ pomeriggio con raffiche che potrebbero raggiungere gli 80 km/h. E non basta perche’ a est di Los Angeles, nella contea di Riverside, i pompieri si stanno battendo contro altri tre roghi, uno dei quali ha gia’ distrutto 74 case mobili. Le fiamme sono scoppiate il giorno dopo che le compagnie elettriche californiane hanno tagliato il servizio a oltre un milione di clienti, per la prima volta nella storia dello Stato: temevano che i venti forti abbattessero le linee elettriche nelle aree asciutte, provocando in tal modo nuovi roghi. I blackout scaglionati hanno colpito in particolare i clienti nel nord dello Stato, dove Pacific Gas & Electric (PG&E) ha sospeso il servizio a oltre 800.000 clienti. Questi blackout, che hanno generato il caos nei servizi pubblici, in particolare nel trasporto della baia di San Francisco, hanno suscitato forti critiche tra gli utenti, ma anche dalle autorita’. Il governatore Gavin Newsom ha definito la decisione di PG&E “inaccettabile e negligente”, sostenendo che la societa’ si sarebbe dovuta attrezzare per rendere il suo sistema piu’ resistente. PG&E ha deciso dopo aver rilevato i forti venti che soffiavano in una vasta fascia dello Stato, a cominciare dalla baia di San Francisco. Proprio le linee elettriche collassate avevano scatenato nel 2018 Camp Fire, il terrificante incendio che uccise 86 persone e praticamente inceneri’ la citta’ di Paradise.