Previsioni Meteo Novembre – A qualche giorno dall’inizio del mese di novembre, facciamo una consueta analisi sulla possibile evoluzione dell’ultimo mese autunnale. Naturalmente parliamo di tendenza, intendendo per essa una proposta di evoluzione sulla base delle indicazioni dei maggiori indici teleconnettivi, evoluzione di massima che rileverà alcuni punti essenziali che potranno contraddistinguere la circolazione prevalente. Non, quindi, una previsione.
Partiamo dal dato più probabile, ossia dalla possibile configurazione prevalente per la prima parte del mese. Ebbene, indici AO e NAO, sono dati entrambi in prevalenza negativi per gran parte della prima decade, con picchi più bassi che potranno spingersi temporaneamente verso -1,8 e -1,2. Andamento negativo non particolarmente accentuato, ma nemmeno di poco conto, sufficiente a rendere piuttosto ondulato il getto subpolare. Come i primi indici, è visto negativo, per lo steso periodo, anche il PNA, esprimente la variazione di geo-potenziali tra i settori oceanici pacifici settentrionali e il Nord America. Tale dato sarebbe favorevole all’incentivazione di promontori subtropicali sui settori orientali statunitensi e occidentali atlantici, con conseguente deficit pressorio tra Est Oceano e Ovest Europa.
Quadro indicativo verso un tipo di circolazione che per la prima decade di novembre, ma con buona probabilità in protrazione fino a metà del mese, dovrebbe vedere una componente schiettamente occidentale umida, spesso con contributi anche più caldi meridionali, ma soprattutto di tipo instabile per molte regioni europee, configurandosi i centri depressionari piuttosto estesi e a ridosso dell’Europa occidentale. Le anse cicloniche, per di più, potrebbero essere abbastanza ostinate, in penetrazione fino al Mediterraneo centrale, data la possibile onda lunga del getto subpolare proprio a causa delle vicende barica nord-pacifiche espresse dal PNA. Insomma, una prima decade caratterizzata da un tipo di circolazione come indicato nella prima immagine, con flusso atlantico deciso verso l’Europa centro-occidentale e verso l’Italia. Area umida, instabile che, sorvolando il bacino centro-occidentale del Mediterraneo ancora piuttosto tiepido, incentiverebbe oltremodo i moti verticali, attivando condizioni di tempo spesso perturbato.
In presenza di correnti portanti in prevalenza di tipo occidentale, le piogge e i rovesci, talora anche intensi, sarebbero frequenti su diverse regioni settentrionali, specie alpine e prealpini tra alto Piemonte e alta Lombardia, poi sul Nordest Veneto e soprattutto sul Friuli VG. Altre aree sensibili sarebbero la Liguria, soprattutto di Levante, e la Toscana, ma in genere tutte le regioni tirreniche dalla Toscana alla Campania sarebbero particolarmente esposte a precipitazioni frequenti e abbondanti. Esposto anche il Centro Ovest della Sardegna e moderatamente esposto il Centro Ovest e Nord della Sicilia. Sarebbe anche la circolazione ideale per nevicate abbondanti sui settori alpini a quote medie, data una componente termica non particolarmente bassa, tuttavia non escluso anche a quote intorno ai 1000 e 1200 m, occasionalmente più in basso, specie in presenza di nuclei vorticosi atlantici più ostinati verso l’Europa centrale.
Naturalmente piogge riguarderebbero anche le altre regioni italiane, specie poi se si configurassero, come potrebbero essere possibili per via di un PNA già crescente verso la neutralità a inizio seconda decade, cavi d’onda più incisivi e talora anche più “taglienti” verso il bacino centrale del Mediterraneo. Tuttavia, mediamente, in presenza del tipo di circolazione sopra descritto, le regioni del medio-basso Adriatico e quelle ioniche, specie tra Centro-Sud Calabria e Est Sicilia, potrebbero avere minori occasioni per pioggia.
Questo relativamente alla prima metà di novembre.
Per la seconda parte del mese, ma naturalmente in questo caso la tendenza ha minore validità poiché più lontana nel tempo, si configurerebbe un incremento progressivo e costante di segno degli indici AO e NAO, fino a porsi anche positivi verso la terza decade di novembre, seppure una positività non esasperata. L’indice PNA, già verso la neutralità dall’ inizio della seconda decade, è dato pressoché stazionario, o comunque con poche oscillazioni rispetto alla media, per il prosieguo del mese. In questo contesto potrebbe configurarsi un flusso zonale stabilizzante, ma piuttosto alto in latitudine in presenza comunque di una progressiva espansione del fronte sub-tropicale sull’Oceano tlantico, dove tenderebbero a concentrarsi i massimi di pressione.
Il quadro barico che ne deriverebbe, vedrebbe una predilezione delle espansioni anticicloniche dall’Oceano verso l’Europa centro-settentrionale, mentre l’area mediterranea potrebbe configurarsi in più di qualche occasione in deficit barico. Insomma, per la terza decade del mese ci sono elementi affinché azioni depressionarie possano continuare a interessare l’Italia, ma più specificamente le regioni centro-meridionali, dove quindi più diffusa potrebbe essere l’instabilità e, di conseguenza, più ricorrenti anche le piogge. In particolare, più esposte alle precipitazioni, in questo caso, sarebbero le aree del medio-basso Adriatico, le relative appenniniche, il Sud in genere, la Sicilia e l’Est della Sardegna. Meno esposte alle piogge le regioni settentrionali e quelle del medio-alto Tirreno. Contesto barico che, altresì, potrebbe favorire in più di qualche occasione anche il richiamo di correnti più fredde continentali e, quindi, possibili condizioni invernali.
Ricordiamo che una evoluzione mensile, basata su sistemi di indagine in gran parte ancora sperimentali, non sono indicate per predisporre alcunché, solamente, invece, per avere un quadro di massima meramente indicativo.