Test di ingresso a medicina ‘addio’ con il liceo biomedico: da Reggio Calabria la sperimentazione diventata indirizzo nazionale

Si chiama "Curvatura biomedica" e non è altro che la sperimentazione del "liceo biomedico", che permette agli studenti di arrivare alle selezioni universitarie del test di ingresso di Medicina con una marcia in più
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Si chiamaCurvatura biomedica e non è altro che la sperimentazione del “liceo biomedico“, che permette agli studenti di arrivare alle selezioni universitarie del test di ingresso di Medicina con una marcia in più. Anzi, due. La curvatura biomedica, che è stata promossa all’unisono dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dall’Ordine dei Medici, con l’anno scolastico 2019/2010 arriva ai suoi tre anni di vita. Si tratta di un piano di studi sperimentale per i trienni di licei classici e scientifici e presenta un trend di crescita più che raddoppiato.

A raddoppiare sono state innanzitutto le scuole che hanno attivato il percorso: erano 63 nel 2018/2019, mentre ora sono 135. 2100 sono i formatori impegnati, di cui 1500 sono medici. I dati sono stati comunicati durante due incontri organizzati al Miur, il 30 settembre e oggi, 7 ottobre, tra presidi e rappresentanti provinciali dell’Ordine dei medici.

In soli tre anni il numero di studenti è salito a circa 12 mila, i quali, grazie alla sperimentazione, possono seguire 50 ore addizionali l’anno, composte di lezioni con biologi e medici, laboratori pratici e visite in ambulatori, ospedali e centri di ricerca. Ma non solo, perché il percorso prevede anche esercizi e test utili a preparasi alla prova di ingresso per entrare a Medicina. Il progetto è partito dalla preside del liceo capofila, il Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria, dove il percorso è attivo da sei anni con sei classi. Per Giuseppina Princi, questo il nome della dirigente, questi numeri sono un segno positivo: «Gli studenti che rinunciano capiscono che la carriera medica non fa per loro. Vuol dire che il percorso funziona nel suo obiettivo di fornire orientamento ai ragazzi».

Tutto nasce in Calabria. Come si legge sul Corriere, infatti, l’iniziativa è dovuta ad alcuni genitori del capoluogo calabrese, che per aiutare i figli ad affrontare la dura prova dell’accesso alla professione medica, hanno chiesto di inserire nel piano di studi del liceo scientifico alcune ore di preparazione ai test di medicina. Si tratta dunque di un percorso pubblico e accessibile a tutti, senza barriere di natura economica. La prima fase di sperimentazione, con il supporto dell’ordine dei medici di Reggio Calabria, è partita proprio dalla città dello Stretto due anni fa. In seguito la preside ha ottenuto il consenso del Miur per dare il via ad una sperimentazione su scala nazionale. Un risultato, dunque, che è un orgoglio per la dirigente, la quale sta ora lavorando affinché la sperimentazione diventi un corso ordinario dall’anno scolastico 2020/2021. «Siamo fiduciosi — ha dichiarato Princi — e spingiamo per l’accesso alle facoltà mediche attraverso una selezione meritocratica che parta proprio dai licei».

ospedale operazione ferriL’obiettivo è quello di mantenere il numero chiuso per le Facoltà di Medicina e Chirurgia, spostando la selezione sui tre anni di corso biomedico al liceo, con valutazioni e graduatorie nazionali tra tutti gli studenti. Il liceo biomedico sarebbe dunque una sorta di anticamera preferenziale per l’accesso alla professione medica. Per la preside Princi l’ideale sarebbe un «70% dei posti riservati agli studenti del corso biomedico». L’attuale concorso, dunque, resterebbe valido solo per il 30% dei posti, aperti agli studenti che non abbiano frequentato il liceo biomedico o che non siano risultati idonei in graduatoria. E Princi assicura che per gli studenti sarà meglio: «ora i ragazzi provano la frustrazione di un test al buio, con il nostro percorso li accompagneremo per tappe verso la professione medica».

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