Nuove prospettive per la lotta al mesotelioma maligno, una forma rara e aggressiva di tumore che colpisce il mesotelio, tessuto che riveste gran parte degli organi interni. Uno studio di ENEA, CNR e Università “Federico II” di Napoli (UNINA) ha dimostrato che alcune molecole contenute nei semi degli acini (vinaccioli) delle uve di Aglianico e Falanghina sono capaci di bloccare la crescita di cellule di mesotelioma e potrebbero essere in grado di aumentare l’efficacia delle terapie farmacologiche standard (chemioterapia) utilizzate per il trattamento di questo tumore. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale “Journal of Functional Foods”.
L’indagine molecolare condotta dall’equipe di genetisti del Dipartimento di Agraria dell’UNINA ha evidenziato una elevata attività dei geni associati alla biosintesi delle proantocianidine. In accordo con i dati sui metaboliti, l’espressione di tali geni è apparsa fortemente influenzata dal tessuto (maggiore nei vinaccioli anziché nelle bucce) e dal vitigno (superiore in Aglianico rispetto a Falanghina).
Una precedente ricerca del CNR di Napoli volto allo studio dell’efficacia di un trattamento combinato di un antinfiammatorio con un chemioterapico, aveva evidenziato in specifiche cellule una marcata resistenza ai farmaci che ne limitava pesantemente l’efficacia. Queste stesse cellule sono ora risultate sensibili al trattamento con gli estratti di vinaccioli.
[1] (al momento l’1% di tutte le malattie oncologiche)