Dalle nuove metodologie biotecnologiche per contrastare la diffusione della zanzara tigre a ‘Hortextreme’ la serra per coltivare microverdure a bordo di veicoli spaziali. O tecnologie all’avanguardia per produrre packaging 100% biodegradabile dagli scarti caseari e ‘Mig’, un orto mobile per militari in missione di pace. Sono alcune delle soluzioni tecnologiche che Enea presenterà al ‘Maker Faire Rome 2019‘, che si apre oggi a Roma, il più grande evento europeo sull’innovazione e ai giovani ricercatori e inventori. In questa settima edizione, l’Enea sarà presente anche con i suoi ricercatori in qualità di speaker in eventi stile ‘Ted’ (Technology Entertainment Design) per condividere con i visitatori i progressi della scienza e le opportunità offerte dal trasferimento tecnologico per nuove iniziative imprenditoriali ma anche aneddoti, esperienze e idee.
‘Hortextreme‘, è il prototipo innovativo per coltivare microverdure a bordo di veicoli spaziali e avamposti planetari senza pesticidi né agrofarmaci e all’insegna di un’alimentazione di alta qualità. Realizzato da Enea, Agenzia spaziale italiana e università di Milano nell’ambito della simulazione di una missione su Marte a cura dell’Austrian Space Forum, l’orto consiste in un sistema a contenimento di 4 metri quadrati dove vengono coltivate quattro specie di microverdure selezionate per completare il ciclo vitale in 15 giorni e garantire un corretto apporto nutrizionale ai membri dell’eventuale equipaggio ‘marziano’, grazie a un sistema di coltivazione fuori suolo con riciclo dell’acqua. “Queste nuove forme di orticoltura si inseriranno sempre più in ambito anche urbano per risolvere problematiche legate alla ridotta disponibilità di risorse e di spazi di coltivazione e soddisfare il fabbisogno di una popolazione in continua crescita”, sottolineano i ricercatori Enea.
Per la lotta contro le zanzare, l’Enea ha sviluppato un metodo biotecnologico per limitare la riproduzione della zanzara tigre e abbattere le sue capacità di trasmettere virus tropicali senza ricorrere a radiazioni mutagene o manipolazioni del Dna. “Questo risultato è stato possibile grazie all’introduzione nella zanzara in laboratorio di ceppi specifici del batterio wolbachia – spiega una nota Enea – innocuo per l’uomo e comunemente presente in gran parte degli insetti, con un duplice effetto: attraverso il rilascio sul territorio della linea di maschi sterilizzanti, le femmine manifestano un azzeramento della trasmissione del virus Zika e una riduzione a meno del 5% di quella dei virus di dengue e chikungunya, mentre i maschi rendono sterili le femmine selvatiche con cui si accoppiano”.
Tra le attività più recenti in ottica ‘green’, Enea ha messo a punto un processo innovativo che utilizza le acque reflue della filiera casearia per produrre bioplastica per imballaggi e packaging per la conservazione degli alimenti – come vaschette per i formaggi o bottiglie per il latte – 100% biodegradabili e compostabili. C’è poi il progetto ‘Compostino’, “un sistema ‘smart’ e ‘low cos’t per il monitoraggio, la sicurezza e l’igienicità del processo di compostaggio, in grado di rilevare e mantenere le condizioni ottimali per la bio-ossidazione e l’umificazione dei rifiuti e di rilevare eventuali anomalie – evidenzia l’Enea – Utile per le imprese costruttrici di macchine compostatrici, per le pubbliche amministrazioni che gestiscono gli impianti, per le scuole, per gli autoproduttori di compost e per gli artigiani digitali. “‘Compostino’ si compone di un sistema hardware basato sulla piattaforma ‘open source’ Arduino, di un network di sensori di controllo e monitoraggio dei parametri del compost, un sistema di sonde costruite con stampanti 3D e una rete di trasmissione wireless dei dati, all’insegna dell’ ‘internet delle cose‘ – ricorda l’Enea – Tramite i sensori, ‘Compostino’ acquisisce dati quali temperatura, emissioni (CO2 e ammoniaca), ma anche umidità e ph del compost e li trasmette via bluetooth allo smartphone o a un database remoto”.
Infine, al ‘Maker Faire’ ci sarà anche ‘Mig’, la mini-fattoria hi-tech mobile per produrre verdure e ortaggi destinati al personale militare impiegato in operazioni di pace, in aree fortemente disagiate, povere o prive di risorse naturali. Realizzato da Enea nell’ambito del Piano nazionale della ricerca militare del ministero della Difesa, in collaborazione con le aziende Acta Invicta e G&A Engineering. ‘Mig’ consente la coltivazione idroponica – ovvero senza terra – di micro e baby-verdure, con ciclo biologico rispettivamente di 10-20 giorni e 20-30 giorni, all’interno di uno speciale container computerizzato e dotato di illuminazione a led, senza l’impiego di personale specializzato. Trasportabile e riposizionabile in zone campali e scenari operativi, questo innovativo ‘orto’ verticale mobile si distingue per ambiente sterile, alte rese (fino a 2,4 chilogrammi per metro quadrato di microverdure per ciclo), ottimizzazione degli spazi, produzioni continue, di altissima qualità e pronte al consumo, in ottica ‘ready-to-eat’ e ‘ready-to-cook’, senza erbicidi e pesticidi e con ridotto consumo di acqua e fertilizzanti.