Si è tenuto lunedì 21 ottobre il seminario dal titolo “Il complesso Diamante-Enotrio-Ovidio: vulcanismo pleistocenico lungo il margine settentrionale dell’offshore calabro” tenuto da Riccardo De Ritis, ricercatore INGV della sezione Roma 2.
L’evento, promosso con la collaborazione del gruppo di ricerca guidato dalla docente Unical Rosanna De Rosa per il corso di laurea in Scienze Geologiche del Dibest, ha visto la partecipazione del rettore Gino Mirocle Crisci e del sindaco di Rende Marcello Manna.
Soddisfatto il responsabile della sede calabrese dell’INGV, Piero Del Gaudio: “Il nostro ente ha dimostrato di essere molto presente sul territorio rendese in tema di divulgazione così come in termini di ricerca scientifica. Per questo l’accordo-quadro che da qui a breve andremo a firmare con l’amministrazione comunale guidata da Manna riveste un importante traguardo per il nostro ente così come per la città e l’università”.
“Il seminario – ha proseguito il vulcanologo – è stato particolarmente seguito e non solo per la curiosità che ha destato la scoperta fatta dal team guidato da De Ritis: molte, infatti, sono state le domande a carattere scientifico rivolte al collega della sede di Roma 2 ed è chiaro che ci sono ancora molti punti da approfondire”.
È lo stesso De Ritis infatti ad aver dichiarato: “Il complesso vulcanico-intrusivo dei seamounts Ovidio-Enotrio-Diamante recentemente individuato a pochi chilometri dalla costa calabrese davanti al paese di Diamante è il frutto di una ricerca congiunta tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, le Università di Palermo, Messina e Catania e Sapienza di Roma e Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. La scoperta si inserisce in un quadro più ampio di ricerche che l’INGV sta conducendo da diversi anni nel settore prossimale alla costa calabrese del Tirreno meridionale. È infatti del 2010 la scoperta di una struttura simile a largo delle coste di Capo Vaticano e pubblicata in Journal Geophysical Research, rivista dell’American Geophyiscal Union (AGU) in cooperazione con l’Università della Calabria. La natura vulcanica di questi rilievi sottomarini è stata determinata dalla integrazione di diverse tipologie di dati geofisici (magnetometria, sismica attiva e tomografia sismica) e della batimetria ad alta risoluzione. Le indagini proseguono per individuare la posizione e profondità delle intrusioni che dal sistema vulcanico dipartono in relazione alla loro distanza dalla costa. Il prosieguo dello studio è anche mirato a valutare l’eventuale potenzialità geotermica dell’area di studio”.