Il ritorno delle statue dei 12 apostoli e dei santi protettori nel Duomo di Orvieto dopo 120 anni è stato possibile anche grazie ad alcune soluzioni tecnologiche innovative per garantire la sicurezza sismica.
“I basamenti delle statue sono stati ricostruiti con frammenti dei materiali originali e soluzioni per migliorarne il comportamento sismico“, spiega Gerardo De Canio, il ricercatore ENEA che ha curato i lavori. “Inoltre, abbiamo eseguito interventi per la riduzione della massa sismica, l’ancoraggio dei pilastri al pavimento e il posizionamento a filo del plinto di base dei pilastri”, aggiunge.
Il progetto di rientro delle statue nel Duomo è stato preceduto da un’ampia fase di verifiche strutturali degli elementi architettonici della Cattedrale e di interventi di consolidamento e di miglioramento del comportamento sismico.
Oltre che dispositivi antisismici di tipo ‘passivo’ che massimizzano l’isolamento sismico – già utilizzati da ENEA per i Bronzi di Riace – a Orvieto sono state utilizzate anche tecnologie di tipo ‘semi-passivo’, vale a dire in grado di sbloccare il piedistallo e attivarlo in funzione antisismica al primo segnale di terremoto.
“Un’altra differenza sono i materiali utilizzati: acciaio a Orvieto e marmo per i Bronzi di Riace, ma entrambi del tipo ‘a doppio pendolo’, cioè costituiti da due calotte sferiche che con il loro rotolamento riescono a massimizzare l’isolamento sismico”, aggiunge De Canio. Per il Duomo di Orvieto, le soluzioni progettuali si sono sviluppate lungo due direttrici:
- Progetto dei basamenti antisismici per le statue dell’Annunciazione (“rientrate” in Duomo a marzo), progetto della ricostruzione e dei presidi antisismici per i basamenti delle statue dei dodici Apostoli e dei quattro Santi protettori.
- Progetto degli interventi per il miglioramento del comportamento sismico dei macro elementi strutturali della cattedrale.