Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi di Ariccia ai Castelli Romani

I risultati saranno presentati oggi pomeriggio durante l’evento “Le tecniche diagnostiche utilizzate a Palazzo Chigi di Ariccia” organizzato da ENEA
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Primo monitoraggio hi-tech per valutare lo ‘stato di salute’ di quadri, affreschi, busti in marmo e pareti in cuoio di Palazzo Chigi di Ariccia (Roma). Un team di ricercatori ENEA ha messo in campo tecnologie avanzate per studiare il patrimonio artistico e culturale di questo celebre edificio che costituisce la quinta scenografica della monumentale piazza di Corte, progettata da Gian Lorenzo Bernini. I risultati saranno presentati domani durante l’evento “Le tecniche diagnostiche utilizzate a Palazzo Chigi di Ariccia” organizzato da ENEA (15 novembre – ore 15:30 – Palazzo Chigi – Piazza della Corte, Ariccia, Roma). Le attività condotte sulle opere di Palazzo Chigi rientrano nel progetto ADAMO (Analisi, DiagnosticA e MOnitoraggio), coordinato da ENEA e finanziato dal Distretto Tecnologico per i Beni Culturali della Regione Lazio, che punta a mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del Lazio tecnologie diagnostiche per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali come quelli presenti lungo le vie consolari Appia e Tuscolana. Tra le tecniche di indagine, sono state utilizzate la fluorescenza indotta da laser e la spettroscopia Raman che hanno permesso di indagare le patine sui busti marmorei di scuola berniniana e di monitorare l’eventuale insorgenza di ‘efflorescenze’ sulle parti di opere d’arte in cui si è verificata una variazione di colore. Inoltre, ENEA ha messo in campo anche il sistema laser RGB-ITR che utilizza tre fasci di luce (rosso, verde e blu) per acquisire informazioni sul colore e la struttura di una superficie. Già impiegato per la Cappella Sistina e la Loggia di Amore e Psiche, il laser permette la ricostruzione in 3D di un’opera d’arte, acquisita a distanza fino a 30 metri – senza l’uso di ponteggi – per l’esame preliminare di eventuali danneggiamenti su cui intervenire tempestivamente: inoltre, non risente della scarsità o della variazione di luce e i bianchi sono bilanciati a qualsiasi distanza.

I sistemi laser progettati nei nostri laboratori nascono dall’esigenza di supportare molti di quei casi studio che potrebbero comportare difficoltà nella fase diagnostica con le tecnologie oggi sul mercato. Grazie alla capacità di effettuare una rotazione completa di 360°, ad esempio, il sistema RGB-ITR ci ha permesso di ricostruire un grande ambiente come la sala di rappresentanza che ospita la serie dei cartoni preparatori dei mosaici della Cupola di S. Pietro realizzati da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, il pittore tardomanierista da cui andò a bottega per quasi un anno un giovane Caravaggio”, spiega Massimiliano Guarneri del Laboratorio ENEA Diagnostiche e Metrologia.

Durante questa campagna di misure sono state acquisite con lo scanner anche due opere del pittore seicentesco Mario De Fiori – “Autoritratto” e “La Primavera” – che hanno presentato alcuni problemi di realizzazione dei relativi modelli 3D, a causa di riflessioni della luce delle sorgenti impiegate per illuminare la superficie pittorica. In queste misure è stato impiegato anche uno scanner IR-ITR, basato sulla stessa tecnologia dell’RGB-ITR ma con una sorgente laser di lunghezza d’onda differente, che ha permesso di rilevare ne “La Primavera” “pentimenti” finora sconosciuti, ossia alcune correzioni apportate in corso d’opera sulla tela.
Palazzo Chigi di Ariccia è una delle poche dimore storiche che conservano ancora parati in cuoio dipinti e decorati, che venivano utilizzati sia a scopo decorativo che per l’isolamento termico. Per questo tipo di materiale ENEA ha utilizzato un dispositivo portatile a radiazione THz, in grado di penetrare sotto la superficie di materiali non metallici, come appunto il cuoio. “Dalle misure preliminari condotte su campioni di parati, sia in laboratorio che direttamente nelle stanze del Cardinale, abbiamo rilevato ‘anomalie’ non visibili a occhio nudo, riconducibili a strati pittorici con pigmenti metallici, successivamente ricoperti con altri strati. Non è la prima volta che ‘testiamo’ l’efficacia del nostro prototipo: la nostra tecnologia è già stata impiegata presso il museo degli Uffizi a Firenze su un ‘affresco su tavella’ di Alessandro Gherardini, un famoso pittore vissuto all’inizio del 1700”, sottolinea Emilio Giovenale del Laboratorio ENEA di Sorgenti, Antenne e Diagnostiche.

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