Nelle galassie più massicce tutto ruota attorno a un buco nero supermassiccio: per individuare questo ospite centrale si misurano velocità e forma delle orbite delle stelle più interne che ruotano intorno al centro galattico. L’approccio, adatto alle galassie massicce, è meno efficace per le galassie nane, più leggere delle loro omologhe. Per saperne di più sulla distribuzione dei buchi neri nelle galassie nane – riporta Global Science – una nuova ricerca dell’Università Statale del Montana, accettata per la pubblicazione su Astrophysical Journal, si è concentrata su un nuovo metodo per identificare nuclei galattici attivi in varie tipologie di galassie. Lo studio ha individuato buchi neri vaganti anche nelle periferie delle galassie.
Per capire il processo energetico che un enorme buco nero subisce quando accumula gas e polvere, trasformando la regione centrale di una galassia in un nucleo galattico attivo, i ricercatori hanno esaminato i nuclei galattici attivi attraverso le emissioni radio. Gli studiosi sono partiti da un campione iniziale di 43.707 galassie nane e, sfruttando l’alta risoluzione del raggruppamento di radiotelescopi Very Large Array, sono arrivati ad enucleare 35 galassie nane contenenti 44 sorgenti radio compatte.
I ricercatori hanno escluso dalle simulazioni le emissioni radio provenienti dalla nascita e dalla morte delle stelle, come ad esempio le supernove. Dalle sorgenti radio compatte individuate, gli studiosi hanno verificato che circa la metà di tutti i buchi neri massicci si trova nelle periferie della galassia ospite. La peculiarità dello studio sta nell’aver sfruttato l’alta risoluzione del Very Large Array per identificare una popolazione di buchi neri al di fuori dei centri delle loro galassie . Il risultato interessante è la conferma che questi enormi buchi neri tendono a vagare per la periferia delle loro galassie.