“Vedendo il servizio delle Iene scopro novità che neanche io e gli altri sapevamo. C’è un processo di Rigopiano, c’è il depistaggio e il depistaggio nel depistaggio“: lo ha dichiarato Giampaolo Matrone, sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano, a Radio Cusano Campus. “Qua ci vogliono far bere quello che loro vogliono, la verità non uscirà mai. Non vedevamo l’ora di far partire il processo di Rigopiano per conoscere la verità e avere un po’ di giustizia. Qui ancora non siamo partiti e già siamo al 2020. Comincia a uscire molta verità e cominciano ad avere paura, perché sono tutte persone dello Stato. Se i colpevoli fossero stati i cittadini avrebbero pagato già il prezzo. Io sono sempre in prima linea per la lotta di Rigopiano. Per quanto riguarda la mia situazione ho deciso anche di ricominciare un po’ a vivere, non voglio essere la 30esima vittima. Lo devo a mia moglie, a mia figlia e alle 29 vittime. Sto cercando di riprendermi. A livello economico non abbiamo visto un euro dei soldi stanziati dal governo gialloverde. Io a causa della tragedia di Rigopiano ho perso tutto. Non lavoro in pasticceria. Devo comprarmi la macchina automatica. Che cosa vogliono? Che ci allontaniamo, che non siamo più presenti? Gli avvocati degli indagati ci hanno chiesto un clima di serenità, loro a noi. Poi veniamo a sapere che vendono le bottiglie, questi soldi che fine fanno?“.