Ci siamo ormai addentrati nel mese di Novembre, 11° mese dell’anno secondo il calendario gregoriano e il 3° e ultimo mese dell’autunno nell’emisfero boreale.
Tra le feste/ricorrenze di questo mese ricordiamo: la festa dei nonni e ricordo degli Angeli Custodi (entrambe cadono il 2 ottobre); Oktoberfest (festa della birra); Halloween, Ognissanti e Commemorazione dei defunti ( dal 31 ottobre al 2 novembre); notte dei falò (5 novembre) in ricordo della congiura delle polveri, la famosa estate di San Martino (11 novembre); il giorno del Ringraziamento.
Cos’è l’Estate di San Martino?
“L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino” recita un proverbio popolare a sfondo religioso ma anche laico, diffusosi in molte zone d’Italia. Per estate di San Martino si intende un eventuale periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano, spesso, condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore.
Il nome troverebbe le sue origini nella tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà mantello, regalando l’altra parte ad un altro mendicante incontrato poco dopo. Subito in cielo spuntò il sole e la temperatura divenne più mite.
Quasi ogni anno, il giorno di San Martino è una bella giornata di sole ma ciò per ragioni meteo-climatiche più che per credenze popolari. Molti esperti concordano sul fatto che la particolare fase di tempo stabile è quasi sempre esistite: analisi effettuate su mappe bariche dell’ultimo trentennio hanno mostrato che, in questo periodo, sembra avvenire ciclicamente l’espansione dell’anticiclone dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo, portando condizioni di alta pressione, alte temperature e bel tempo, proteggendo dalle perturbazioni la maggior parte dell’Europa centrale e occidentale.
San Martino di Tours, ricordato l’11 novembre, è il protettore di albergatori, cavalieri, fabbricanti di maioliche, fanti, forestieri, mendicanti, militari, oche, osti, sarti, sinistrati, vendemmiatori e viticoltori.
Tanti i proverbi a lui dedicati. In Italia, in Abruzzo, si dice: “Ce sta lu Sante Martino” quando in una casa non mancano le provviste; mentre in Romagna: “Per Sa Marten vi s’imbariega grend e znèn” (Per San Martino si ubriaca il grande e il piccino”. “Per San Martino si spilla il botticino”; “Per San Martino cadono le foglie e si spilla il vino”; ”Per San Martino ogni mosto diventa vino”.
Tra i proverbi legati al meteo: “Se il dì di San Martino il sole va in bisacca, vendi il pane e tieniti la vacca. Se il sole va invece giù sereno, vendi la vacca perché è poco il fieno” che, tradotto, significa: “Se all’ora del tramonto dell’11 novembre ci sono le nuvole che coprono il sole, si può sperare in un buon raccolto di fieno e di grano e ci sarà il pane da vendere e una vacca grassa, ma se tramonta in un bel cielo sereno, non ci sarà abbastanza fieno per gli animali e sarebbe meglio venderli” Si diceva che, chi seminava dopo questa data, avrebbe avuto un raccolto misero: “Per San Martino la sementa del poverino”. Chi desiderava avere una vendemmia fruttuosa, doveva sbrigarsi anche a potare e a preparare il terreno attorno alla vite. Un noto proverbio, infatti, dice: “Chi vuol far buon vino, zappi e poti nei giorni di San Martino”.
Questo è il momento ideale anche per altre coltivazioni, ad esempio per le fave e per il lino, almeno nelle zone più calde, come la Sicilia, dove si dice infatti che: “A San Martinu, favi e linu”.
In Italia, fino al secolo scorso, l’11 novembre cominciavano le attività dei tribunali, delle scuole, si tenevano elezioni e, in alcune zone, scadevano i contratti agricoli e e di affitto. Tuttora in molte zone si dice “far San Martino” all’atto di traslocare e sgomberare.
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