Diverse ondate migratorie nell’antica Roma, lo svela il DNA: “Individui con antenati nord-africani, orientali e delle regioni del Mediterraneo”

"Non ci aspettavamo di rilevare una così estesa diversità genetica già ai tempi delle origini di Roma", affermano gli autori di un nuovo studio
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La storia dell’Antica Roma è costellata da una notevole diversità genetica, legata a una serie di importanti migrazioni. Lo rivela l’analisi del Dna condotta su numerosi resti di antichi romani ed esponenti di popolazioni vicine nell’arco degli ultimi 12 mila anni. Una scoperta frutto di un vasto studio pubblicato su ‘Science’, che mette in luce almeno due principali migrazioni a Roma, con altri più piccoli gruppi arrivati nella città fondata da Romolo nel corso dei millenni.

L’analisi del Dna, inoltre, ha mostrato come, con l’espansione dell’Impero romano, immigrati dal vicino Oriente, dall’Europa e dal Nord Africa arrivavano nella città ‘caput mundi’, cambiando il volto di una delle prime metropoli della storia. “Non ci aspettavamo di rilevare una così estesa diversità genetica già ai tempi delle origini di Roma, individui con antenati nord-africani, orientali e delle regioni del Mediterraneo“, spiega Ron Pinhasi, antropologo dell’Università di Vienna fra gli autori senior dello studio, insieme ad Alfredo Coppa, docente di Antropologia fisica della Sapienza. “Per la prima volta uno studio di questa grandezza è stato condotto su una grande civiltà classica e si è concentrato su Roma, la capitale di uno dei grandi imperi dell’antichità“, ha concluso Coppa.

Il team di scienziati ha raccolto 127 campioni di Dna da 29 siti dentro e intorno a Roma, dall’Età della Pietra all’epoca medievale. L’analisi ha permetto di rilevare le tracce delle diverse ondate migratorie susseguitesi, ma anche il modo in cui la popolazione dell’urbe è cambiata dopo espansioni e conquiste.

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