Secondo Nathaniel Lindsey dell’Università della California e il suo team di ricerca, è possibile utilizzare i cavi in fibra ottica per rilevare i terremoti.
I ricercatori hanno temporaneamente trasformato 20 km di cavi a fibre ottiche sottomarini esistenti in una serie di sensori sismici sul fondo dell’Oceano Pacifico: sono stati in grado di registrare un terremoto magnitudo 3.5 e hanno scoperto un nuovo sistema di faglie al largo della California.
I ricercatori hanno utilizzato la tecnica detta “rilevamento acustico distribuito“, che funziona inviando impulsi di luce attraverso il cavo e analizzando la luce che ritorna per rilevare lievi movimenti. “Se inizi a muovere una determinata porzione della fibra perché c’è un’onda sismica che si propaga, sarai in grado di vedere quella tensione dell’onda sismica sul cavo“, ha spiegato Lindsey.
L’esperimento (i cui risultati sono stati pubblicati su Science) è durato 4 giorni, ed il team non solo ha misurato un evento sismico, ma anche la dispersione dei fronti d’onda della scossa a causa di faglie precedentemente sconosciute nella baia di Monterey.
Secondo il tema di ricerca, il “rilevamento acustico distribuito” potrebbe essere utilizzato per trasformare altri cavi esistenti per mappare le faglie e i terremoti sottomarini.